Chiedo scusa per la lunga assenza
dal blog, ma è stato un periodo piuttosto denso di eventi, uno dei
quali, in particolare, orribile. Il mio porcellino d'India è venuto
a mancare e la perdita mi ha turbato parecchio. Nonostante la lunga
malattia non si è mai lamentato, ma, anzi, era sempre contento e
saltellante, pieno di voglia di vivere. Per di più era l'unico a
farmi costantemente le feste e non dimenticherò mai nessuno dei
momenti passati con lui. So che queste parole sono abbastanza banali
e forse pure un po' patetiche, ma non me ne frega niente: gli volevo
bene e questo è solo un modesto modo di ricordarlo.
Ora, però, sarà meglio passare
all'argomento principale del blog e cioè la letteratura. Quest'oggi
è la volta di un piccolo romanzo di un grande autore: Rudin di
Ivan Sergeevic Turgenev.
Siamo
in campagna, nella casa di Dar'ja Michajlovna, donna da tutti
considerata intelligente e circondata da svariati vicini che
l'aiutano a combattere la noia estiva. Nel suo salotto ci sono
diversi habitué, come il vecchio e misogino Pigasov, il precettore
Bosistov, il parassita Pandalevskij e i due fratelli Aleksandra
Pavlovna e Volyncev. Una sera, ecco apparire Rudin che, grazie alla
sua formidabile parlantina, riesce ad affascinare tutti i presenti.
Il giorno dopo, Aleksandra Pavlovna viene a scoprire da Leznev, un
possidente un po' stravagante, che Rudin era un suo ex compagno di
studi e amico. La figura del nuovo arrivato comincia così a
delinearsi: Rudin è un uomo dall'eloquenza eccezionale, capace di
incantare i suoi ascoltatori ma, nello stesso tempo, è vuoto, in
quanto non riesce a concretizzare nulla di ciò che dice. Infatti, il
suo amore per Natal'ja, la figlia maggiore di Dar'ja Michajlovna, ne
è una conferma. Il romanzo, dopo aver narrato i fatti avvenuti
durante l'estate in campagna, fa dei salti temporali in cui Rudin
compare in diversi momenti della sua vita.
Il
personaggio di Rudin è estremamente complesso, anche se Turgenev non
ne scandaglia a fondo la psiche come avrebbe fatto, per esempio,
Dostoevskij. Rudin è intelligente, ma ancorato solo alle sue parole,
incapace di agire e perciò condannato al fallimento. All'inizio del
romanzo può risultare antipatico, ma la sua “limitatezza” porta
il lettore a provare per lui compassione, lo stesso sentimento che
colpisce anche Leznev, l'amico-nemico di Rudin. Nonostante non figuri
tra i maggiori romanzi di Turgenev, Rudin è
un ottima narrazione, scritta magistralmente e perciò bisognosa di
essere rivalutata come merita.
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