martedì 7 ottobre 2014

Rudin

Chiedo scusa per la lunga assenza dal blog, ma è stato un periodo piuttosto denso di eventi, uno dei quali, in particolare, orribile. Il mio porcellino d'India è venuto a mancare e la perdita mi ha turbato parecchio. Nonostante la lunga malattia non si è mai lamentato, ma, anzi, era sempre contento e saltellante, pieno di voglia di vivere. Per di più era l'unico a farmi costantemente le feste e non dimenticherò mai nessuno dei momenti passati con lui. So che queste parole sono abbastanza banali e forse pure un po' patetiche, ma non me ne frega niente: gli volevo bene e questo è solo un modesto modo di ricordarlo.

Ora, però, sarà meglio passare all'argomento principale del blog e cioè la letteratura. Quest'oggi è la volta di un piccolo romanzo di un grande autore: Rudin di Ivan Sergeevic Turgenev.

Siamo in campagna, nella casa di Dar'ja Michajlovna, donna da tutti considerata intelligente e circondata da svariati vicini che l'aiutano a combattere la noia estiva. Nel suo salotto ci sono diversi habitué, come il vecchio e misogino Pigasov, il precettore Bosistov, il parassita Pandalevskij e i due fratelli Aleksandra Pavlovna e Volyncev. Una sera, ecco apparire Rudin che, grazie alla sua formidabile parlantina, riesce ad affascinare tutti i presenti. Il giorno dopo, Aleksandra Pavlovna viene a scoprire da Leznev, un possidente un po' stravagante, che Rudin era un suo ex compagno di studi e amico. La figura del nuovo arrivato comincia così a delinearsi: Rudin è un uomo dall'eloquenza eccezionale, capace di incantare i suoi ascoltatori ma, nello stesso tempo, è vuoto, in quanto non riesce a concretizzare nulla di ciò che dice. Infatti, il suo amore per Natal'ja, la figlia maggiore di Dar'ja Michajlovna, ne è una conferma. Il romanzo, dopo aver narrato i fatti avvenuti durante l'estate in campagna, fa dei salti temporali in cui Rudin compare in diversi momenti della sua vita.

Il personaggio di Rudin è estremamente complesso, anche se Turgenev non ne scandaglia a fondo la psiche come avrebbe fatto, per esempio, Dostoevskij. Rudin è intelligente, ma ancorato solo alle sue parole, incapace di agire e perciò condannato al fallimento. All'inizio del romanzo può risultare antipatico, ma la sua “limitatezza” porta il lettore a provare per lui compassione, lo stesso sentimento che colpisce anche Leznev, l'amico-nemico di Rudin. Nonostante non figuri tra i maggiori romanzi di Turgenev, Rudin è un ottima narrazione, scritta magistralmente e perciò bisognosa di essere rivalutata come merita.

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