Un'altra pillola su un romanzo a
noi contemporaneo: La prigione di
John King.
Jimmy
è un vagabondo che, non si sa con esattezza perché, finisce in
prigione, nella terribile struttura delle Sette Torri, situata in un
paese straniero non specificato. La vita qui è durissima, anche se
viene un po' mitigata dalla conoscenza di Elvis, nel braccio C, e poi
di Gesù nel duro braccio B, dove convivono assassini e tossici.
Proprio qui compare la figura del Tontolone, un uomo muto intento a
costruire una casa di fiammiferi. Nella prigione i detenuti sono
stremati a causa del cattivo cibo e dei tormenti dati dai parassiti
e, per svolgere le loro normali funzioni corporali, sono costretti ad
entrare, attraverso una porta verde, nel “Safari”, cioè la
latrina lurida e infestata dai ratti. Jimmy, per salvarsi, si attacca
alle proprie memorie, anche se non saranno molto benefiche... Ed ecco
che alla descrizione della vita in galera si allacciano i ricordi
d'infanzia (resi nel testo con la mancanza di punteggiatura), da cui
emergono stralci della sua storia: l'abbandono del padre, i rapporti
con la nonna e la madre, Rosie/Ramona. Altro mezzo che ha per evadere
è il sognare. Il direttore, dopo aver trasferito Jimmy nel terribile
braccio B, decide di mandarlo a scontare il resto della sua pena in
una fattoria correzionale, dove erano già stati trasferiti Elvis e
Gesù. Qui, però, per abbreviare la propria pena, si è costretti a
praticare un lavoro disumano: Jimmy si rende così conto
dell'ipocrisia dei suoi amici e si ribella, tornando di nuovo alle
Sette Torri, ma con la coscienza a posto e con la sicurezza che,
quando verrà rilasciato, uscirà a testa alta, senza aver ceduto ad
ignobili compromessi.
La
storia de La prigione è
piuttosto complessa e allucinata, dando un senso di confusione che
solo a poco a poco si dipana. Ogni tanto, secondo me, certe
espressioni o richiami tendono ad essere banali e fuori luogo, ma non
tolgono nulla alla durezza della storia. Non è di certo un
capolavoro, ma è comunque un ottimo ritratto, anche se esagerato nei
luoghi e nelle situazioni, del marcio presente nel mondo.
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