domenica 4 ottobre 2015

La fidanzata e altri racconti

Durante domeniche fredde e grigie come quella di oggi, la lettura diventa un'ottima occupazione per passare il tempo al calduccio. Quelli che vi propongo sono alcuni racconti del grande Anton Čechov, scritti accomunati dall'avere come protagoniste delle figure femminili e che trattano la condizione della donna.

In La cuoca si “ammoglia” il piccolo Griša assiste ad un colloquio tra la bambinaia, la cuoca ed un vetturino; inizialmente non capisce cosa sta succedendo, ma la giovane serva, appena l'uomo se ne va, si sfoga con la padrona, affermando che non sposerà mai quell'individuo che nemmeno conosce. La cuoca è però costretta a cedere e lo sposalizio ha luogo: Griša, nonostante la tenera età, si rende conto che quello che sta subendo Pelageja è un sopruso e prova pietà nei suoi confronti.
Il racconto della signorina N. N. inizia con il ricordo di una giornata autunnale, in cui la protagonista riceve la dichiarazione d'amore del giudice istruttore Pëtr Sergeič: ella è giovane, felice e soprattutto ricca e non pensa ad altro, nonostante questa passione la inebri. Gli anni, però, passano in fretta e del passato non rimane nulla, tranne il rimpianto di non aver sposato Pëtr a causa della differenza di classe e della loro incapacità di superarla.
Donne è un racconto complesso, in cui un viaggiatore racconta ad un albergatore ed alla sua famiglia il suo grande peccato. Matvèj Savvič aveva preso come amante Màšen'ka, sua vicina di casa e già madre di Kuz'kà, mentre il marito era sotto le armi. Quando a Matvèj si annuncia la possibilità di un buon matrimonio, egli non esita a liberarsi dell'amante facendole la morale. Il marito e Mašen'ka faranno una brutta fine e Matvèj deciderà di prendere a carico il piccolo orfano. Le donne della famiglia dell'albergatore, dopo aver sentito il racconto fatto dal forestiero, riflettono sulla loro condizione e soprattutto su ciò che viene definito peccato.
La fidanzata è il racconto più lungo della raccolta. Nadja vive in provincia, è felice, ammira la mamma e la nonna e si sta per sposare. Come ogni anno, ecco arrivare Saša per il suo consueto soggiorno estivo nella tenuta; egli, pian piano, riesce a far capire a Nadja che quella che sta facendo non è una vera vita, che si sta mettendo in trappola da sé e che bisogna lavorare per poter dare un senso alla propria esistenza. La giovane è turbata da queste parole e inizia a rendersi conto che si è sbagliata nel giudicare ciò che le sta attorno: sua madre, ad esempio, non è la donna meravigliosa che credeva, ma è solo una donna infelice e sola. Quando il fidanzato le fa visitare la loro futura casa, Nadja è infastidita dal contatto di lui, ragazzo bello ma inetto, e la vista di un quadro che rappresenta una donna nuda accanto ad un vaso (donna come oggetto tra gli oggetti) la ripugna. Grazie a Saša (proiezione dell'autore), Nadja decide finalmente di prendere in mano la propria vita.
In La strega, invece, viene criticato il pensiero di Savelij che crede la propria moglie una strega, in quanto dotata di una forte personalità.
Camere d'albergo e La fortuna d'esser donna sono quadretti di grande ironia.

Questi racconti sono spaccati lucidi e intelligenti di quella che era la situazione femminile dell'epoca: convenienze sociali e religione rendevano assolutamente impossibile l'autonomia delle donne, tanto che Nadja, la protagonista de La fidanzata, per aver scelto di decidere da sola, viene molestata dai monelli per la strada. Čechov non dice mai tutto ciò che intende spiegare, ma lascia intuire al lettore i suoi intenti descrivendo personaggi e ambienti con brevi pennellate; non a caso, secondo lui, nella narrazione “la concisione è sorella del talento” e “più breve è, più vale”.
E ora, tè, copertina e racconti di Čechov! ;)