martedì 25 settembre 2012

La capitale delle scimmie

Baudelaire si trasferisce in Belgio verso la fine della sua vita per racimolare dei soldi facendo conferenze e cercando di vendere i diritti della sue opere. Il soggiorno belga, però, si rivelerà un incubo terribile, che si concluderà con l'ictus che lo colpirà nel 1866 sulle scale della chiesa di Saint - Loup.

La capitale delle scimmie è un abbozzo, un taccuino o diario composto di brevi frasi in cui l'autore esprime tutto il suo odio per il nuovo paese. Nulla viene risparmiato: Baudelaire se la prende con le abitudini, la cultura, le donne, i bambini, l'educazione... e per ognuna di esse scrive frasi brevi e incisive, piene di disprezzo.

A mio avviso è interessante notare l'acutezza delle sue osservazioni e credo che questa critica sia estremamente attuale perchè i difetti del Belgio si possono riscontrare nella nostra vita quotidiana. L'odio espresso in queste pagine è sicuramente esagerato e bisogna tener conto anche del periodo della vita di Baudelaire; il criticare però è insito nella natura umana ed è normale osservare e avere degli "sfoghi" anche violenti, quindi, secondo me, è un atteggiamento comprensibile.

La capitale delle scimmie non è un libro fondamentale, ma è un buon modo per capire il già schietto Baudelaire di altre opere.

Alla ricerca del tempo perduto

Quando ho comprato questo libro, il proprietario della libreria mi chiese se ero sicura del mio acquisto. Gli risposi di sì e mi raccontò che glielo avevano regalato molti anni prima, ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontarlo; mi fece così promettere di leggerlo tutto. Ho mantenuto la promessa. Devo ammettere che in certe parti ho avuto la tentazione di metterlo da parte, ma quando comincio un libro devo finirlo a tutti i costi.
 
Alla ricerca del tempo perduto è composto da sette romanzi: Dalla parte di Swann, All'ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La prigioniera, Albertine scomparsa e Il tempo ritrovato.

Mi limito a una descrizione estremamente breve dell'opera, perchè se dovessi scrivere tutti i temi presenti in essa e tutto quello che mi ha colpita, dovrei fare un elenco interminabile! Già dal titolo si capisce il tema fondamentale del libro: il tempo. Nell'ultima parte, Il tempo ritrovato, tutta la filosofia di Proust viene alla luce: importantissima è la concezione della memoria involontaria, quella dovuta ad un ricordo passato che rinasce improvvisamente durante una sensazione presente (celebre l'episodio della madeline), caratterizzata da una dimensione extratemporale. Altro grande tema fondamentale è quello dell'omossesualità: bellissima l'immagine dell'ape e del fiore, preludio della scena nella quale il narratore scoprirà l'omossessualità del conte di Charlus nel negozio di Jupien. L'amore per Albertine (anche lei dedita ad amori omessessuali) è tormentato e credo di non aver mai letto una descrizione così accurata e angosciante della gelosia.

La presenza di parti autobiografiche e il metodo di scrittura rendono la Recherche un'opera "sincera" e unica. Nonostante il numero di pagine possa demoralizzare, è un libro che consiglio di leggere per l'intensità e l'acutezza con cui vengono scandagliate le parti più profonde dell'uomo con tutti i dolori che ne conseguono. Quindi armatevi di pazienza e buona lettura!

Eccomi qui!

Mentre cerco di capire come funziona questo blog, mi presento. Sono Chiara e questo spazio lo vorrei dedicare alla letteratura, ma senza nessuna pretesa; la mia idea è quella di scrivere brevi informazioni e pensieri su ciò che leggo. Da parecchi mesi a questa parte sono disoccupata, quindi mi posso dedicare completamente alle lettura, mia grande passione da sempre. Chiudo qui il post per non annoiarvi troppo e torno a sistemare questo blog! A presto!