domenica 16 dicembre 2012

Arancia meccanica

Arancia meccanica è un romanzo di Anthony Burgess uscito nel 1962, conosciuto soprattutto per l'adattamento cinematografico fatto da Kubrick nel 1971.
 
Il romanzo si divide in tre parti che corrispondono alle tre tappe fondamentali che segnano la vita del giovane protagonista Alex.
 
Nella prima parte vengono descritti Alex e la sua banda di amici, i "drughi", dediti alla violenza più estrema e fine a se stessa e del conseguente arresto di Alex. Egli verrà così sottoposto ad una cura sperimentale, descritta nella seconda parte: il giovane viene legato ad una sedia ed è costretto a guardare su uno schermo immagini brutali accompagnate da musica classica, che lui adora. Finite le sedute, Alex non può vedere scene violente nè ascoltare musica senza cominciare a stare male. Nell'ultima parte, Alex torna finalmente in società, ma viene aggredito proprio dai suoi ex compagni e dalle persone a cui aveva fatto del male; egli diventa così un simbolo del controllo esercitato dal governo e gli oppositori di questo operare ottengono di sottoporlo ad un altro trattamento, che lo farà ritornare il ragazzo di prima. Un finale così negativo ha causato diversi problemi a Burgess, che ha dovuto aggiungere un capitolo in cui cerca di mostrare un Alex che si ravvede, ma è scritto in modo poco convincente e soprattutto è inutile perchè la storia perde di efficacia.
 
Arancia meccanica è estremamente interessante perchè è una delle prime opere in cui si parla dei giovani, dando loro importanza e cercando di descrivere i loro comportamenti.
 
L'innnovazione sta soprattutto nel linguaggio, uno slang parlato da Alex e dai suoi compagni, che Burgess costruisce prendendo spunto da modi di dire presi dal linguaggio giovanile inglese di quegli anni, dal russo, dall'italiano e dal latino (queste ultime due influenze si perdono con la traduzione in italiano). Il risultato è un modo di parlare che appare strambo, ma che entra in modo prepotente nella mente del lettore.
 
Assolutamente consigliato.

venerdì 7 dicembre 2012

Memorie di una casa morta

Dostoevskij venne condannato ai lavori forzati in Siberia perchè facente parte di un gruppo utopico socialista; Memorie di una casa morta è il racconto della sua prigionia.

Dostoevskij comincia l'opera con una finzione letteraria: l'autore scrive di aver ricevuto il "diario" di Aleksandr Petrovic Gorjancikov, un detenuto condannato per aver ucciso la moglie e che insegnava alle figlie di un alto funzionario statale (durante e dopo la pena i condannati potevano esercitare un lavoro), del quale si era interessato mentre questi era in vita. Da qui l'opera si può dividere in due grandi parti: la prima ha come tema quello del delitto, mentre la seconda parte quello del castigo. Aleksandr Petrovic (cioè lo stesso Dostoevskij) descrive i suoi compagni di prigionia, le loro abitudini, il duro lavoro a cui sono sottoposti, l'infermeria dove è ricoverato e costretto a stare tra malati gravi e pazzi in un clima soffocante, ma anche momenti più "spensierati" come la recita di Natale preparata dai detenuti e della presenza di alcuni animali (celebre l'aquila, simbolo di libertà e di speranza). Aleksandr Petrovic ha difficoltà a rapportarsi con gli altri detenuti perchè è un nobile e la differenza di ceto è qualcosa di molto sentito per questi; celebre per capire questo modo di pensare del popolo è l'affermazione di Petrov che si rivolge così a Aleksandr Petrovic: "Ma voi che camerata siete per noi?", domanda rivolta senza nessuna derisione nè disprezzo, ma semplicemente come un dato di fatto.

Dostoevskij, durante la prigionia, era interessato soprattutto alla psicologia dei suoi compagni di detenzione e questo "studio" su di loro apparirà, oltre che in Memorie di una casa morta, nei personaggi dei suoi grandi romanzi. Con questo scritto, inoltre, vuole respingere la responsabilità dell'ambiente e la predisposizione naturale di un uomo al delitto. La prigionia, e la sua assoluzione dalla pena di morte proprio sul patibolo, saranno fondamentali per la sua conversione e lo stare a contatto con i detenuti gli aiuterà a capire che le idee socialiste alle quali aveva aderito sono totalmente inutili per il popolo russo. 
 
Memorie di una casa morta è un'opera interessante per conoscere in profondità Dostoevskij e il supplizio a cui erano sottoposti i detenuti durante la Russia zarista.

lunedì 3 dicembre 2012

Paradiso perduto

Milton è uno dei maggiori poeti inglesi. Ammetto che ero spaventata ad affrontare Paradiso perduto, ma, appena cominciato a leggerlo, non riuscivo a staccarmi dalle sue pagine.
 
Il poema è suddiviso in dodici libri. Il primo Libro, comincia con il descrivere il tema dell'opera, cioè la disobbedienza dell'uomo nei confronti di Dio e la sua conseguente perdita del Paradiso. Subito dopo questo proemio, viene narrato il risveglio di Satana in un luogo completamente avvolto dall'oscurità; egli chiama a sè le sue legioni di angeli ribelli come lui e, riunitisi nel Pandemonio, discutono di una profeziala quale afferma che ci sarà la creazione di una nuova creatura. Satana e i suoi decidono di vedere se questa profezia è vera ed è proprio Satana a partire per il viaggio verso il Paradiso. Le porte dell'Inferno sono chiuse a chiave, ma egli riesce a convincere Colpa (sua figlia e amante, generatasi dalla sua testa al momento della decisione di ribellarsi a Dio) e Morte (figlio del suo amore incestuoso con Colpa) a farlo passare, promettendo loro di avere la libertà di agire in qualsiasi luogo. I successivi Libri narrano il proseguimento del viaggio di Satana, della decisione di Dio di creare l'uomo per dargli il posto che prima era assegnato ai ribelli e del racconto dell'arcangelo Raffaele ad Adamo sul perchè Satana è stato punito. Satana riesce così a raggiungere il Paradiso e a pervertire Eva parlandole all'orecchio mentre questa dorme e, successivamente, la convince a mangiare il frutto dell'Albero proibito della Conoscenza, tentandola entrando nel corpo di un serpente. Adamo, non volendo abbandonare la sua sposa all'ira di Dio, e quindi con un atto d'amore, mangia a sua volta il frutto. Dio punisce entrambi cacciandoli dal Paradiso, ma prima manda l'arcangelo Michele a svelare ad Adamo quello che succederà alla sua discendenza fino al diluvio.
 
La descrizione dell'Eden occupa un posto importante all'interno dell'opera, non tanto per la descrizione in sè, ma perchè tocca un tema fondamentale, quello del piacere. Satana, infatti, vedendo questo luogo, è turbato da diversi pensieri contrastanti, in quanto egli, cadendo dopo la sua ribellione, ha perso la possibilità di provare qualsiasi piacere e questo lo fa soffrire. Satana, inoltre, non ce l'ha con l'uomo e spesso è come fermato dal compiere il male, ma l'odio verso Dio lo spinge ad andare avanti nei suoi propositi di rovina.
 
Paradiso perduto è un capolavoro assoluto e, nonostante Milton sia stato spesso criticato anche da diversi critici e autori illustri, deve essere letto e studiato, come ben ha affermato T.S. Eliot durante una sua conferenza.