lunedì 28 aprile 2014

Il vecchio che leggeva romanzi d'amore

Il vecchio che leggeva romanzi d'amore è un breve romanzo di Luis Sepulveda.

Antonio José Bolivar Proano si trasferisce con la moglie a El Idilio; dopo la morte di lei, José va a vivere nella foresta insieme agli indios shuar, i quali gli insegnano a vivere in un ambiente inospitale e gli fanno comprendere la natura che lo circonda. Nonostante il suo legame con questa popolazione, egli non può essere uno di loro e un errore commesso in un momento critico lo porta ad essere esiliato. Tornato a El Idilio vive da solo, continuando a mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti nella foresta e acquistando prestigio agli occhi dei coloni per la sua conoscenza del luogo. Un giorno, però, la sua calma ancorata nei ricordi viene interrotta dal ritrovamento di un cadavere dilaniato da un tigrillo. Antonio capisce che l'animale è addolorato perché il gringo morto gli ha ucciso i cuccioli e ferito il compagno, portandolo a vendicarsi su ogni uomo che incontra. Per porre fine alla rabbia del tigrillo, il sindaco convince Antonio ad occuparsi della faccenda. L'incontro con la belva selvaggia, in realtà, non è altro che una metafora, in quanto la lotta di Antonio non è contro di lei, ma contro se stesso e contro ogni uomo che osa compiere scempi di ogni sorta nei confronti della natura.

Questo breve romanzo è un capolavoro di denuncia contro le inutili violenze dell'uomo che non fanno altro che alterare il normale corso della natura, cosa che gli shuar sanno bene. Antonio lascia di sé un ricordo di forza, ma anche di malinconia, e soprattutto di voglia di sognare, come quando cerca di estraniarsi da tutto leggendo i suoi romanzi d'amore e immergendosi nei ricordi ormai lontani, ma che non può lasciar andare.

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