lunedì 7 aprile 2014

I signori Golovlev

I signori Golovlev racconta la storia dell'omonima famiglia, descrivendone le sue caratteristiche dominanti: ozio, avidità, egoismo e dissolutezze varie. La madre, Arina Petròvna, è una donna meschina, interessata solo alle sue proprietà e che tiranneggia figli e nipoti (per questo personaggio, Saltykov Scedrìn si rifà alla propria madre); il capofamiglia è un uomo malato, inutile, che si vanta di aver conosciuto Barkov (il più noto pornografo russo); i figli, naturalmente, risentono di questo ambiente malsano e ognuno sviluppa una personalità che li porterà inevitabilmente al fallimento.

Il protagonista principale è il penultimo figlio, Porfirij, un uomo ignorante che, con i suoi discorsi vuoti e i continui riferimenti a Dio, tiranneggia le persone, vietando loro di poter esprimersi e di ribattere. Unica sua preoccupazione sono i soldi e, man mano che il racconto procede, i calcoli che fa sui suoi possibili guadagni diventano sempre più assurdi. Anche di fronte alla morte degli altri, il suo pensiero va all'impossessarsi di ciò che gli appartiene come eredità.

In questo romanzo dominano l'egoismo più sfrenato e la morte. I figli non hanno nessun rispetto per i genitori, i genitori non si interessano della prole e pure tra i coniugi non c'è nessun tipo di amore. L'abbrutimento morale investe chiunque, dando un senso di nausea al lettore di fronte a tutto questo marciume.

I signori Golovlev è un'opera priva di buoni sentimenti e di ottimismo; quello che viene descritto è un vortice che porta in un baratro di degrado e meschinità inimmaginabili. Saltykov Scedrin è un maestro nel descrivere la psicologia di questi personaggi e dei rapporti che intercorrono fra loro.

Un capolavoro inquietante!

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