domenica 21 luglio 2013

La steppa. Storia di un viaggio

La steppa. Storia di un viaggio è un racconto del 1888 di Anton Pavlovic Checov. A quest'opera Checov lavorò moltissimo e apportò delle modifiche anche dopo la prima pubblicazione avvenuta sul Severnij Vestnik, "Il Messaggero del Nord", di Pietroburgo.
 
Egoruska parte per entrare al ginnasio con lo zio Ivan Ivanic Kuzmicev e padre Critoforo, i quali devono vendere della lana, alla volta della città. Durante il viaggio, il piccolo Egoruska viene affidato ad un convoglio di portatori di lana diretti nella stessa direzione, per poi potersi ricongiungere con lo zio e padre Cristoforo in città. Da qui la narrazione procede lenta, la vita degli accompagnatori di Egoruska è scandita dal mangiare e dal dormire, non succede nulla di particolare. La bellezza di questa descrizione è quella di mostrare la vera steppa, questo luogo immenso e desolato, in cui è la natura a farla da padrone. Il piccolo Egoruska si annoia, ma, nello stesso tempo, è come rapito dal paesaggio che lo circonda. Ogni capitolo che compone questo lungo racconto è come una storia a sè, totalmente compiuto ed è lo stesso Checov a dirlo: "La steppa non assomiglia a un racconto, ma a un'enciclopedia della steppa. Ogni singolo capitolo forma un racconto a sè, e tutti i capitoli sono legati fra loro come le cinque figure della quadriglia, per intima parentela. Così ogni pagina vien fuori compatta come un piccolo racconto...".
 
Dal breve riassunto che ho fatto sembra un'opera "poco interessante", ma posso assicurare che non lo è, anzi, sembra di essere in viaggio con Egoruska e con i suoi compagni: si è totalmente trascinati dal ritmo cullante della narrazione. Con questo racconto, inoltre, si passa dall'"umorismo" che contraddistingue i lavori precedenti dello scrittore, ai grandi racconti dell'età matura che fanno scorgere, dietro un'apparente giocosità, il dolore della vita umana.
 
La steppa. Storia di un viaggio è un capitolo fondamentale nella vasta produzione di Checov. Un cruccio dello scrittore è quello di non essere mai riuscito a scrivere un grande romanzo, ma per me quest'opera può benissimo essere la prova che il romanzo che tanto sognava sarebbe stato di sicuro un capolavoro!

2 commenti:

  1. Non solo un vario colorato affresco della sterminata pianura russa, ma anche una penetrante analisi dell'animo umano condotta sempre con lucidità e delicatezza specie quando rivolta al bambino

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  2. Ti ringrazio per il tuo stimolante commento. Lo condivido appieno 😉

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