Rieccoci qui per parlare di uno
dei più grandi amori di sempre: quello di Dante per Beatrice.
L'opera in cui questo sentimento viene descritto con precisione è la
Vita Nuova, composta tra il
1292 e il 1293, poco dopo la morte di lei avvenuta nel 1290. L'opera
è dedicata all'amico Guido Cavalcanti ed ha una struttura molto
particolare. Dante, infatti, comincia i vari capitoli con una
descrizione di un fatto, per poi passare ad un componimento poetico
(sono presenti sonetti, sonetti doppi, ballate e canzoni) spiegandolo
subito dopo (o prima, come avviene verso la fine dell'opera).
Dante
incontra Beatrice quando lui ha nove anni e lei poco più di otto;
nove anni dopo i due si rincontrano e il poeta rimane incantato dalla
bellezza di lei, tanto da “vedere tutti li termini de la
beatitudine” quando lei gli
concede il suo saluto. Dante, però, non può mostrare apertamente di
essere innamorato di Beatrice perché, a causa delle regole imposte
agli amori cortesi dalla letteratura provenzale, non bisogna far
conoscere l'oggetto dei propri sentimenti più nobili. Dante, perciò,
durante la messa, guarda una donna che è esattamente in linea d'aria
con Beatrice, facendo così credere alla gente che il suo interesse è
rivolto a quest'altra, la quale viene indicata con il nome di “donna
dello schermo”. Quest'ultima, però, deve lasciare Firenze e Dante,
anche lui fuori città, ha un incontro con Amore travestito da
viandante, che gli dice il nome di una seconda donna dello schermo da
onorare al suo ritorno. Beatrice, disgustata dal comportamento di
lui, gli nega il saluto, gettandolo in un profondo sconforto. Dopo
varie vicissitudini, Dante cade malato e durante questo periodo sogna
la morte della sua amata, cosa che avverrà poco dopo. Il poeta è
distrutto dalla perdita e completamente inconsolabile, ma, un anno
dopo, si accorge a poco a poco che una “donna gentile” lo osserva
da una finestra con estrema pietà, tanto che Dante comincia ad
innamorarsene, ma un'altra visione lo riporterà sulla retta via.
Contrariamente
alle mie abitudini ho deciso di raccontare più o meno l'intera
vicenda, in quanto Dante viene studiato in tutte le scuole e molti, a
quanto vedo, ne hanno un brutto ricordo. La cosa è spiacevole perché
Alighieri è davvero un poeta eccezionale ed è un peccato che spesso
venga insegnato in maniera noiosa e poco adatta a far comprendere
tutta la sua grandezza. Ad ogni modo la Vita Nuova è
davvero un'opera notevole, in cui viene indagato il sentimento
dell'amore con profondità e finezza, offrendoci alcune tra le più
belle poesie che siano mai state scritte. Ovviamente c'è molto di
medioevale in Dante, sia nella sua concezione dell'amore, sia nella
presenza di elementi religiosi come le visioni e il continuo
ripresentarsi del numero nove (simbolo sacro, in quanto nove è tre
volte tre, numero della Trinità). Per concludere, posso dire che la
lettura di quest'opera è piacevole e per niente difficile:
nonostante l'italiano di allora abbia profonde differenze con quello
odierno, è tutto perfettamente comprensibile.
Un
appello a chi lo ha odiato a scuola con tutto il cuore: rivalutatelo
che Dante non è né palloso né difficile! ;)
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