La ballata del vecchio marinaio
è una delle più belle opere
che io abbia mai letto e non posso non condividerla con voi!
Siamo
ad un ricevimento di nozze: un vecchio Marinaio “dall'occhio
scintillante” blocca un invitato alla festa per raccontargli la sua
storia, descrivendo il viaggio compiuto da lui e dai suoi compagni
attraverso l'Equatore, fino al raggiungimento del Polo Sud in seguito
ad una violenta tempesta. Dopo diversi giorni ecco apparire un
Albatro: i marinai lo considerano fin da subito come un segno di buon
augurio, ma il vecchio Marinaio lo uccide. Quest'azione non viene
descritta, cioè Coleridge non specifica né il motivo né il modo in
cui il delitto si compie: le uniche impressioni che abbiamo sono che
l'azione del Marinaio è totalmente irrazionale e contro natura. Dopo
lo sbigottimento iniziale, i compagni dimenticano l'accaduto,
diventando così complici del delitto. La colpa ricade ben presto su
tutti loro e, giunti sull'Oceano Pacifico, la nave si blocca,
costringendo i marinai a patire la sete; gli unici movimenti visibili
sono quelli dati da “mostri” marini e da uno Spirito. I marinai
capiscono che ciò che sta accadendo è una punizione per aver ucciso
l'Albatro e riaccusano il vecchio Marinaio, appendendogli l'uccello
morto al collo come se fosse una croce. Il Marinaio ora è isolato
dal resto del mondo, fino a quando non si avvicina una nave il cui
equipaggio è composto da Morte e Vita-in-Morte, le quali giocano ai
dadi per decidere la sorte dei marinai...
La ballata del vecchio marinaio
può essere interpretata come
una parabola morale sull'uomo, il quale passa dal peccato originale
(l'uccisione dell'Albatro), alla punizione (la nave in bonaccia e
l'impossibilità di pregare per risollevare la propria sorte), ad un
inizio di perdono (i Serpenti marini che riportano il Marinaio a
riavere un contatto con la natura), fino alla redenzione finale.
Elementi reali e fantastici coesistono in perfetta armonia e sembra
di vivere davvero la storia che Coleridge ci narra, senza pensare
neanche per un attimo che gli “esseri” visti dal Marinaio
potrebbero essere solo un frutto della sua fantasia. Tutto la ballata
è pervasa da un senso di mistero e le continue ripetizioni, oltre
che a rendere la memorizzazione del testo più semplice e a produrre
un effetto musicale, tendono ad aumentare il senso di oppressione che
schiaccia il vecchio Marinaio.
Vi
consiglio di leggerlo, oltre che tradotto, anche in lingua originale,
in modo da assaporare tutta la bellezza di questa ballata e il genio
di Coleridge.
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