domenica 26 luglio 2015

La ballata del vecchio marinaio

La ballata del vecchio marinaio è una delle più belle opere che io abbia mai letto e non posso non condividerla con voi!

Siamo ad un ricevimento di nozze: un vecchio Marinaio “dall'occhio scintillante” blocca un invitato alla festa per raccontargli la sua storia, descrivendo il viaggio compiuto da lui e dai suoi compagni attraverso l'Equatore, fino al raggiungimento del Polo Sud in seguito ad una violenta tempesta. Dopo diversi giorni ecco apparire un Albatro: i marinai lo considerano fin da subito come un segno di buon augurio, ma il vecchio Marinaio lo uccide. Quest'azione non viene descritta, cioè Coleridge non specifica né il motivo né il modo in cui il delitto si compie: le uniche impressioni che abbiamo sono che l'azione del Marinaio è totalmente irrazionale e contro natura. Dopo lo sbigottimento iniziale, i compagni dimenticano l'accaduto, diventando così complici del delitto. La colpa ricade ben presto su tutti loro e, giunti sull'Oceano Pacifico, la nave si blocca, costringendo i marinai a patire la sete; gli unici movimenti visibili sono quelli dati da “mostri” marini e da uno Spirito. I marinai capiscono che ciò che sta accadendo è una punizione per aver ucciso l'Albatro e riaccusano il vecchio Marinaio, appendendogli l'uccello morto al collo come se fosse una croce. Il Marinaio ora è isolato dal resto del mondo, fino a quando non si avvicina una nave il cui equipaggio è composto da Morte e Vita-in-Morte, le quali giocano ai dadi per decidere la sorte dei marinai...

La ballata del vecchio marinaio può essere interpretata come una parabola morale sull'uomo, il quale passa dal peccato originale (l'uccisione dell'Albatro), alla punizione (la nave in bonaccia e l'impossibilità di pregare per risollevare la propria sorte), ad un inizio di perdono (i Serpenti marini che riportano il Marinaio a riavere un contatto con la natura), fino alla redenzione finale. Elementi reali e fantastici coesistono in perfetta armonia e sembra di vivere davvero la storia che Coleridge ci narra, senza pensare neanche per un attimo che gli “esseri” visti dal Marinaio potrebbero essere solo un frutto della sua fantasia. Tutto la ballata è pervasa da un senso di mistero e le continue ripetizioni, oltre che a rendere la memorizzazione del testo più semplice e a produrre un effetto musicale, tendono ad aumentare il senso di oppressione che schiaccia il vecchio Marinaio.

Vi consiglio di leggerlo, oltre che tradotto, anche in lingua originale, in modo da assaporare tutta la bellezza di questa ballata e il genio di Coleridge.

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