domenica 7 giugno 2015

Storia delle mie disgrazie / Lettere d'amore di Abelardo e Eloisa

Qualche tempo fa mi ero già occupata del pensiero di Abelardo, ma, quest'oggi, vorrei parlarvi del suo epistolario e di quello di Eloisa, la donna che gli è stata a fianco (anche se non sempre fisicamente) per tutta la vita.

La prima lettera, inviata ad un amico, viene denominata Storia delle mie disgrazie e Abelardo racconta tutta la sua vita, dalla sua ascesa alla sua terribile caduta. Il nostro sa bene di avere un'intelligenza e una retorica eccezionali, tanto da fargli sottolineare di aver più volte peccato di superbia. Dopo la sua infanzia in Bretagna, Abelardo comincia a girare per la Francia per seguire gli insegnamenti dei più grandi dotti del tempo, maestri con i quali dà di continuo inizio a delle polemiche che lo portano a farsi odiare, ma che aumentano la sua fama a dismisura in tutta Europa. Dopo i suoi successi e l'inizio del suo insegnamento, Abelardo, per calcolo, decide di conquistare la bella e dottissima Eloisa e, per farlo, prende alloggio in casa dello zio di lei. Ben presto tra i due comincia un'intensa passione, soprattutto fisica, e gli effetti di questa relazione sono notati da tutti, soprattutto per la svogliatezza che Abelardo mostra nell'insegnamento, dopo aver finalmente ottenuto la cattedra di Parigi che tanto desiderava. Fulberto, lo zio di Eloisa, è l'ultimo a rendersi conto di ciò che avviene sotto il suo tetto, ma la gravidanza della cara nipote gli apre gli occhi: Abelardo, allora, porta via con sé la sua donna (tra l'altro poco più che sedicenne mentre lui è sulla quarantina) per calmare le acque. L'illustre filosofo e teologo decide di sposare Eloisa, ma a patto che non si sappia, in modo da non nuocergli nella carriera; Eloisa si oppone in tutti i modi a questa unione perché non vuole essere d'intralcio al suo amato, ma ormai la cosa è decisa e avviene. Fulberto, però, non è contento della situazione e si serve di un servo corrotto per evirare Abelardo, fatto che provoca enorme scalpore e segna l'entrata in convento dei due innamorati. Come se non bastasse, Abelardo viene accusato di eresia e, durante il concilio di Soissons, è costretto a bruciare la sua opera più cara, il De unitate et trinitate Dei. Successivamente fonda il proprio monastero, il Paracleto, che donerà ad Eloisa e alle sue monache, mentre le tribolazioni in ambito dottrinale lo tormenteranno fino alla morte.
Le lettere successive sono il carteggio tra Eloisa e Abelardo e qui compare tutta la grandezza della donna. Ella è totalmente consapevole di aver abbracciato la religione solo per volere di Abelardo e che di Dio, in fondo, non gliene importa nulla (siamo nella prima metà del 1100!!!) ed infatti si esprime così: “Sta' pur sicuro che da Dio non mi aspetto alcuna ricompensa, perché so che per amore di lui finora non ho fatto assolutamente nulla” (lettera II). Il desiderio di Abelardo brucia ancora Eloisa di una passione che non riesce a placare e mi sento in dovere di riportare questo lungo passo che vale più di mille spiegazioni: “Per me, in verità, i piaceri dell'amore che insieme abbiamo conosciuto sono stati tanto dolci che non posso né odiarli né dimenticarli. Dovunque vada, li ho sempre davanti agli occhi e il desiderio che suscitano non mi lascia mai. […]. Persino durante la santa Messa, quando la preghiera dovrebbe essere più pura, i turpi fantasmi di quelle gioie si impadroniscono della mia anima e io non posso far altro che abbandonarmi ad essi e non riesco nemmeno a pregare. Invece di piangere pentita per quello che ho fatto, sospiro, rimpiangendo quel che ho perduto. [...]” (lettera IV). E ancora: “La gente loda la mia castità, ma non sa che in realtà io sono un'ipocrita. Mi considerano virtuosa perché conservo pura la carne, ma la virtù è una cosa che riguarda l'anima, non il corpo” (lettera IV). Abelardo, invece, cerca di smorzare questo desiderio e di portare Eloisa ad amare Cristo, sposo più degno di lui. Egli ha ormai intrapreso in tutto e per tutto la strada della fede, nonostante continui ad allacciarsi alla filosofia quando tratta di teologia.

La storia di Abelardo ed Eloisa è fatta di sapere, amore e disgrazie e proprio per questo è grande e pura, tant'è che nella morte, finalmente, si sono riuniti. L'epistolario viene considerato da molti studiosi un falso, a causa di determinate incongruenze e di silenzi su questioni importanti. Ad ogni modo queste sono pagine altissime e consiglio davvero a tutti di assaporarle e di rifletterci sopra.

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