Con la recensione di oggi si torna
alla cara, carissima filosofia. Le opere che propongo sono dei brevi
opuscoli di Tommaso d'Aquino, spesso indirizzati a conoscenti o a
uomini di cultura che chiedevano un suo parere su diversi quesiti.
Tommaso è stato molto importante sia per la filosofia che per la
teologia, dando vita a delle opere affascinanti e che dimostrano
tutta la sua profondità di pensiero. Unire la filosofia aristotelica
al cristianesimo non è un'opera facile, soprattutto dovendo dare
delle dimostrazioni razionali a fattori che vengono accolti come puri
atti di fede. Come ripeto sempre, non sono credente, ma è importante
conoscere la storia del pensiero religioso, perché è anche da lì
che proviene la nostra cultura. Mi rendo conto che certe
argomentazioni possono sembrare delle cose inutili, ma, finché
restano nella dialettica sono più che apprezzabili; quando, invece,
prendendo a pretesto pensieri e ragionamenti vari si arriva a
scomunicare e uccidere, allora si entra in un ambito abominevole che
non deve essere permesso.
Il primo opuscolo che andiamo ad
esaminare è I principi della natura (1253-1255).
Per l'Aquinate, il divenire si presenta, attraverso la nostra
esperienza, sotto due forme: una più superficiale, cioè il divenire
accidentale, e l'altra più profonda, cioè il divenire sostanziale.
Il primo tipo di divenire ha come principi la sostanza e gli
accidenti, mentre il secondo, che riguarda la nascita e la morte
degli individui, e quindi la generazione e la corruzione, ha come
principi la materia, la privazione e la forma (esempio della statua:
marmo = materia, mancanza dell'immagine = privazione, realizzazione
della statua = forma). Nelle cose operano quattro cause: materiale
(il marmo), formale (ciò in cui il marmo si trasforma), efficiente
(lo sculture), finale (la statua compiuta). La causa finale è la più
importante perché è la causa delle cause, ciò a cui tutto torna e
perciò spiega tutto il divenire della natura: questa causa,
nell'ambito del mondo intero, non è altro che Dio.
Il
secondo opuscolo è L'eternità del mondo (1271).
Tommaso parte dall'ipotesi dell'eternità del mondo e spiega perché
essa possa essere possibile. Dio produce le cose senza mutamento,
quindi le produce immediatamente, senza bisogno di nessuna
deliberazione, in quanto Egli è totalmente libero. Ciò significa
che la causa coincide con l'effetto, in quanto avvengono nello stesso
momento. Da qui nasce un problema: com'è possibile che un qualcosa
nasca dal nulla? Fin dall'inizio della filosofia si è postulato il
principio del nihil ex nihilo. Per Tommaso questo ex nihilo va
tradotto come “dopo”, cioè va riferito alla natura dell'essere
già creato; ciò significa che il mondo abbandonato a se stesso, non
avendo in sé la ragione della sua esistenza, precipiterebbe nel
nulla.
Ne
L'unità dell'intelletto (1270-1271),
Tommaso confuta quei pensatori (in particolare gli Averroisti) che
affermano che l'intelletto sia una sostanza unica e separata. Per
l'Aquinate l'intelletto possibile (quello cioè che possiede tutti i
concetti in potenza) è uno per ogni uomo e si può dire che sia
separato, non perché sia una sostanza unica, ma perché non si basa
su nessun organo di senso. La nostra mente è una tabula rasa e,
dalle immagini che si presentano alla nostra fantasia tramite i
sensi, l'intelletto agente, tramite l'astrazione, cattura queste
immagini e le trasforma in concetti che vengono impressi
nell'intelletto possibile. Quest'ultimo diventa allora un intelletto
in atto, cioè conoscente in atto.
L'ultimo
opuscolo di cui andiamo a parlare brevemente è Le
sostanze separate (1267-1268).
Tommaso deve spiegare come si sono formati e di cosa sono composti
gli angeli, le sostanze separate del titolo. Tutte le creature
partecipano dell'essere e dell'essenza; quest'ultima può essere
semplice oppure composta di materia e forma. Nel primo caso rientrano
gli angeli, mentre nel secondo le sostanze corporee. Dopo questo
ragionamento (che ho tagliato un bel po'), si arriva ad affermare che
le sostanze separate sono uniche, incorporee, ingenerabili e
incorruttibili (quindi create immediatamente seguendo il ragionamento
svolto ne L'eternità
del mondo),
dotate di un'intelligenza intuitiva e di una volontà libera. Gli
angeli sono cause seconde (la prima è naturalmente Dio) che
cooperano al governo dell'universo e alla provvidenza divina.
Gli
argomenti trattati non sono dei più facili, ma, ripassando un po'
Aristotele e leggendo con attenzione, si può cogliere senza problemi
tutta la grandezza dell'ingegno di Tommaso. Vi consiglio di leggere
questi brevi opuscoli. Il cristianesimo, se fosse rimasto a livello
di pensiero, sarebbe apprezzato molto di più. Ma purtroppo gli
uomini devono strumentalizzare ogni cosa pur di ottenere il potere...
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