domenica 15 febbraio 2015

Thérèse Philosophe / Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere

Oggi ci allontaniamo un po' dai generi a cui vi ho abituati e ci addentriamo nel mondo dell'erotismo con due opere importanti, famose e all'epoca sconvolgenti: Thérèse Philosophe di Diderot (o meglio, a lui attribuita) e Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere di Cleland. Sono testi molto diversi fra loro, ma dei capolavori assoluti del genere che li accomuna.

Partiamo con il nostro Diderot. Thérèse è un romanzo soprattutto anticlericale. Infatti, tutta la narrazione prende il via da un fatto realmente accaduto nella Francia dell'epoca: un gesuita approfitta di una sua giovane penitente e, tramite varie suggestioni, riesce a farla sua in un modo a dir poco osceno. Nel romanzo, la giovane Thérèse (da poco uscita da un collegio religioso dove la madre l'aveva rinchiusa viste le precoci voglie della figlia) fa la conoscenza di Eradice, la quale, estasiata da padre Dirrag, la nasconde in una stanza per farle assistere di nascosto ai suoi esercizi spirituali. Il padre, grazie ad un abile uso delle parole, convince Eradice che deve essere purificata anche dall'interno per poter vivere l'estasi del cielo, e le dice che ciò può avvenire inserendole nella vagina una reliquia del cordone di San Francesco (in realtà un dildo); dopo averla fatta voltare e piegare, la purificazione si compie tramite una reliquia ben più viva e appagante per l'uomo di chiesa. Thérèse è sconvolta, ma nello stesso tempo eccitata da questa visione e il suo masturbarsi riprende più di prima. Successivamente è ospite di Madame C. e scopre i suoi rapporti con un Abate: anche qui Thérèse osserva e impara. Dopo essere arrivata a Parigi e ritrovatasi sola, la protagonista prenderà la via della prostituzione, dove si ritroverà ad avere rapporti con altri rappresentanti del clero, fino a quando conoscerà un Conte di cui diventerà l'amante e a cui sono rivolte le lettere che compongono il romanzo.
Oltre a tutta la parte riferita ai vari rapporti sessuali, interessantissima è la parte filosofica e, non a caso, Thérèse è chiamata proprio “filosofa” fin dal titolo. La giovane osserva, ascolta e soprattutto impara, per poi formarsi dei concetti suoi. I concetti fondamentali sono che tutto è opera di Dio e per questo lo è anche il piacere, il quale non deve essere represso. Noi non siamo liberi ma soggiaciamo alle sensazioni e alla materia e ognuno di noi è portato a compiere ciò per cui è predisposto; solo l'amor proprio, cioè il piacere da sperare o il dispiacere da evitare, è il motore delle nostre azioni. Il peccato, inoltre, non esiste in rapporto a Dio, ma solo in rapporto agli uomini: essendo tutto creato da Dio non può esserci nulla di “sbagliato”, ma sono gli uomini che si formano una propria morale.

Fanny Hill è un romanzo diverso, con meno connotazioni filosofiche, ma estremamente elegante nella descrizione dei vari rapporti; Cleland, infatti, non cade mai nella volgarità. Fanny è una giovane, rimasta orfana, la quale viene condotta a Londra per trovare lavoro: appena giunta nella capitale, però, viene lasciata completamente sola. In una specie di ufficio di collocamento, viene scorta dalla signora Brown, la quale la porta nella sua casa. Qui viene affidata alle mani di Phoebe che le fa vivere diverse esperienze di piacere per poterla poi avviare alla professione di prostituta. Fanny impara molte cose ma, dopo aver assistito ad un rapporto tra uomo e donna, si accorge che anche lei desidera ardentemente di essere penetrata e non solo accarezzata da mani femminili. Ed ecco che un giorno trova addormentato nel soggiorno di casa un bellissimo giovane, Charles, con il quale progetta una fuga. I due riescono ad effettuare il loro piano e, giunti ad una locanda, il giovane rimane incredulo e felice di trovarla vergine. Dopo vari mesi d'amore, il ragazzo viene allontanato dal padre per poter usufruire dei soldi dati al figlio dalla nonna; dopo la partenza di Charles, Fanny è disperata e cade ammalata. L'affittuaria della casa in cui vive, però, si prende cura di lei per poi darla al signor H., cosa che avviene senza troppe difficoltà. Fanny sta quasi per diventare la sua mantenuta ma, dopo averlo sorpreso con la cameriera, decide di vendicarsi dandosi ad un dipendente del suo amante; ovviamente i due verranno scoperti e la giovane sarà cacciata. Per fortuna Fanny finisce nella casa della signora Cole, anche questo un luogo di appuntamenti ma estremamente esclusivo, dove può esercitare la sua professione al sicuro e con uomini scelti. Dopo aver messo da parte del denaro, Fanny decide di abbandonare il suo lavoro e di ritirarsi in campagna; qui salva la vita ad un anziano che, ben presto, la porterà a vivere con sé. Mi fermo qui per non svelarvi il finale.

Questi due romanzi sono dei veri capolavori, sia per lo stile che per i pensieri in essi contenuti. Infatti, i veri romanzi erotici di un tempo non erano solo un'accozzaglia di rapporti sessuali di tutti i tipi fine a se stessi, ma erano ricchi di pensieri sull'epoca, di risvolti filosofici e politici, capaci di arricchire e di portare il lettore a delle riflessioni oltre che accendere la sua immaginazione. Non posso far altro che consigliarvi la lettura di entrambi i romanzi recensiti.

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