Oggi ci allontaniamo un po' dai
generi a cui vi ho abituati e ci addentriamo nel mondo dell'erotismo
con due opere importanti, famose e all'epoca sconvolgenti: Thérèse
Philosophe di Diderot (o meglio,
a lui attribuita) e Fanny Hill. Memorie di una donna di
piacere di Cleland. Sono testi
molto diversi fra loro, ma dei capolavori assoluti del genere che li
accomuna.
Partiamo
con il nostro Diderot. Thérèse è
un romanzo soprattutto anticlericale. Infatti, tutta la narrazione
prende il via da un fatto realmente accaduto nella Francia
dell'epoca: un gesuita approfitta di una sua giovane penitente e,
tramite varie suggestioni, riesce a farla sua in un modo a dir poco
osceno. Nel romanzo, la giovane Thérèse (da poco uscita da un
collegio religioso dove la madre l'aveva rinchiusa viste le precoci
voglie della figlia) fa la conoscenza di Eradice, la quale, estasiata
da padre Dirrag, la nasconde in una stanza per farle assistere di
nascosto ai suoi esercizi spirituali. Il padre, grazie ad un abile
uso delle parole, convince Eradice che deve essere purificata anche
dall'interno per poter vivere l'estasi del cielo, e le dice che ciò
può avvenire inserendole nella vagina una reliquia del cordone di
San Francesco (in realtà un dildo); dopo averla fatta voltare e
piegare, la purificazione si compie tramite una reliquia ben più
viva e appagante per l'uomo di chiesa. Thérèse è sconvolta, ma
nello stesso tempo eccitata da questa visione e il suo masturbarsi
riprende più di prima. Successivamente è ospite di Madame C. e
scopre i suoi rapporti con un Abate: anche qui Thérèse osserva e
impara. Dopo essere arrivata a Parigi e ritrovatasi sola, la
protagonista prenderà la via della prostituzione, dove si ritroverà
ad avere rapporti con altri rappresentanti del clero, fino a quando
conoscerà un Conte di cui diventerà l'amante e a cui sono rivolte
le lettere che compongono il romanzo.
Oltre
a tutta la parte riferita ai vari rapporti sessuali,
interessantissima è la parte filosofica e, non a caso, Thérèse è
chiamata proprio “filosofa” fin dal titolo. La giovane osserva,
ascolta e soprattutto impara, per poi formarsi dei concetti suoi. I
concetti fondamentali sono che tutto è opera di Dio e per questo lo
è anche il piacere, il quale non deve essere represso. Noi non siamo
liberi ma soggiaciamo alle sensazioni e alla materia e ognuno di noi
è portato a compiere ciò per cui è predisposto; solo l'amor
proprio, cioè il piacere da sperare o il dispiacere da evitare, è
il motore delle nostre azioni. Il peccato, inoltre, non esiste in
rapporto a Dio, ma solo in rapporto agli uomini: essendo tutto creato
da Dio non può esserci nulla di “sbagliato”, ma sono gli uomini
che si formano una propria morale.
Fanny Hill
è un romanzo diverso, con meno connotazioni filosofiche, ma
estremamente elegante nella descrizione dei vari rapporti; Cleland,
infatti, non cade mai nella volgarità. Fanny è una giovane, rimasta
orfana, la quale viene condotta a Londra per trovare lavoro: appena
giunta nella capitale, però, viene lasciata completamente sola. In
una specie di ufficio di collocamento, viene scorta dalla signora
Brown, la quale la porta nella sua casa. Qui viene affidata alle mani
di Phoebe che le fa vivere diverse esperienze di piacere per poterla
poi avviare alla professione di prostituta. Fanny impara molte cose
ma, dopo aver assistito ad un rapporto tra uomo e donna, si accorge
che anche lei desidera ardentemente di essere penetrata e non solo
accarezzata da mani femminili. Ed ecco che un giorno trova
addormentato nel soggiorno di casa un bellissimo giovane, Charles,
con il quale progetta una fuga. I due riescono ad effettuare il loro
piano e, giunti ad una locanda, il giovane rimane incredulo e felice
di trovarla vergine. Dopo vari mesi d'amore, il ragazzo viene
allontanato dal padre per poter usufruire dei soldi dati al figlio
dalla nonna; dopo la partenza di Charles, Fanny è disperata e cade
ammalata. L'affittuaria della casa in cui vive, però, si prende cura
di lei per poi darla al signor H., cosa che avviene senza troppe
difficoltà. Fanny sta quasi per diventare la sua mantenuta ma, dopo
averlo sorpreso con la cameriera, decide di vendicarsi dandosi ad un
dipendente del suo amante; ovviamente i due verranno scoperti e la
giovane sarà cacciata. Per fortuna Fanny finisce nella casa della
signora Cole, anche questo un luogo di appuntamenti ma estremamente
esclusivo, dove può esercitare la sua professione al sicuro e con
uomini scelti. Dopo aver messo da parte del denaro, Fanny decide di
abbandonare il suo lavoro e di ritirarsi in campagna; qui salva la
vita ad un anziano che, ben presto, la porterà a vivere con sé. Mi
fermo qui per non svelarvi il finale.
Questi
due romanzi sono dei veri capolavori, sia per lo stile che per i
pensieri in essi contenuti. Infatti, i veri romanzi erotici di un
tempo non erano solo un'accozzaglia di rapporti sessuali di tutti i
tipi fine a se stessi, ma erano ricchi di pensieri sull'epoca, di
risvolti filosofici e politici, capaci di arricchire e di portare il
lettore a delle riflessioni oltre che accendere la sua immaginazione.
Non posso far altro che consigliarvi la lettura di entrambi i romanzi
recensiti.
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