Anche questa recensione, come la
precedente, tratta di un romanzo ambientato nel Sud degli Stati
Uniti. Prima, però, devo fare una confessione: Via col vento è
uno dei miei film preferiti. Dopo averlo visto innumerevoli volte ho
finalmente trovato il libro di Margaret Mitchell, innamorandomene
ancora di più. So che sembra strano, ma la storia e i personaggi
sono di tutto rispetto e non è assolutamente scontato né banale. Vi
consiglio fin d'ora di armarvi di pazienza e di leggerlo perché ne
vale davvero la pena! Stesso consiglio sulla pazienza vale anche per
il film vista la sua non indifferente durata!
Siamo
in Georgia, nella piantagione di Tara, dove la bellissima Rossella
O'Hara sta chiaccherando piacevolmente con i gemelli Tarleton. La
giovane dagli occhi di gatto è la più corteggiata della contea e
non vede l'ora di partecipare alla festa del giorno successivo alle
Dodici Querce. Peccato però che l'attesa venga rovinata dalla
notizia che il suo adorato Ashley (l'unico che non la vuole, ma solo
in apparenza) si stia per sposare con l'insignificante Melania!
Rossella non si dà per vinta e, durante la festa, gli confessa il
suo amore. Ad assistere alla discussione fra i due c'è il capitano
Rhett Butler, uomo affascinante, cinico e beffardo. Rossella, per
ripicca verso Ashley, sposa Carlo, il fratello di Melania. I vari
matrimoni vengono celebrati in tutta fretta perché il Sud sta per
entrare in guerra contro gli Stati del nord. Il conflitto porterà
morte e distruzione, toglierà il sistema della schiavitù e ucciderà
Carlo. Rossella e Melania si trasferiscono ad Atlanta e, proprio
durante l'assedio della città, Melania darà alla luce un bambino.
Grazie all'aiuto di Rhett, le due giovani riescono a fuggire a Tara.
La magnifica piantagione, però, non è più la stessa: Elena, la
madre di Rossella, è morta e Gerald, suo padre, impazzito dal
dolore, non è più il caparbio irlandese di un tempo. Rossella non
demorde neanche questa volta, ma si rimbocca le maniche e lavora la
terra, costringendo i vecchi servi neri rimasti e le sue sorelle ad
aiutarla. Nel frattempo ritorna pure Ashley, ma non è di nessun
aiuto perché totalmente incapace di fare il coltivatore. Rossella,
per pagare le tasse esagerate imposte dagli yankee, decide di
chiedere aiuto a Rhett, il quale si è arricchito durante la guerra
in modo poco chiaro e poco pulito. Purtroppo però, non può esserle
d'aiuto perché si trova in carcere, ma le vie del Signore sono
infinite e Rossella, appena uscita dalla prigione, trova Franco
Kennedy, lo spasimante di sua sorella. Con l'inganno, la bella e
furba Miss O'Hara lo sposa e intraprende la carriera di commerciante.
Anche Franco farà però una brutta fine. Ed ecco che finalmente
Rhett le chiede di sposarlo! Sa benissimo che Rossella pensa ad
Ashley, ma spera in un suo cambiamento.
Via col vento non
è solo una storia d'amore, ma è anche uno scorcio di storia degli
Stati Uniti, dalla guerra di Secessione a tutti i problemi che essa
ha comportato, come la libertà degli schiavi, il governo poco pulito
dei nordisti, la nascita del Ku Klux Klan ecc. E' vero che l'amore la
fa da padrone, ma non è trattato come un sentimento banale, anzi.
Ciò che Rossella prova verso Ashley è fondato su una visione
costruita su di lui che non rispecchia la realtà; Ashley desidera
Rossella solo per il suo corpo, mentre Rhett per la sua mente,
mostrando in questo di essere davvero capace di amare, nonostante la
sua aria di menefreghismo assoluto. I personaggi di Rossella e
Melania sono diversissimi, ma entrambi splendidi: la prima è
egoista, opportunista, pronta a tutto pur di far quattrini, mentre la
seconda è dolce e comprensiva, ma forte e decisa quando serve.
Rossella odia Melania, ma senza di lei non può stare perché,
nonostante la sua fragilità, è proprio lei ad aiutarla in ogni
momento della sua vita. Anche i personaggi maschili sono molto
dissimili tra loro: Rhett è il bello e maledetto, il rinnegato, alla
fine migliore di tutti gli altri; Ashley, invece, è un uomo inutile,
incapace di stare al mondo.
Che
dire, in questo romanzo c'è di tutto ed è davvero uno dei
capolavori della letteratura americana (so che sono di parte, ma
credetemi lo stesso)!
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