martedì 11 novembre 2014

Tre croci

Tozzi è in assoluto uno dei miei autori preferiti: secco, senza giri di parole, malinconico ma senza essere pesante.

Tre croci narra le vicende di tre fratelli, Giulio, Niccolò ed Enrico Gambi (Tozzi si è ispirato ad un fatto vero per il romanzo). I primi due sono proprietari di una libreria, mentre il terzo si occupa di una legatoria, ma senza impegnarsi troppo. Ad Enrico, infatti, non piace lavorare, ma si atteggia da signore anche se non lo è. Giulio è intelligente e appassionato del suo lavoro; Niccolò, invece, è un esperto di oggetti d'arte, all'apparenza scontroso ma in realtà simpatico, in quanto la gente apprezza il suo modo di scherzare e la sua risata contagiosa. Con i tre fratelli abitano Modesta, la moglie di Niccolò, e due nipoti, Chiarina e Lola. Gli affari dei Gambi, però, vanno molto male e da qualche tempo Giulio, d'accordo con gli altri due, ha trovato il modo per risollevarsi economicamente: falsificare alcune cambiali usando la firma del cavalier Nicchioli. Questi aveva già dato loro delle cambiali autentiche e quindi nessuno aveva mai sospettato di loro, fino a quando un impiegato troppo zelante della Banca non scopre l'inganno. La vita dei tre fratelli cambia drasticamente: i sensi di colpa, già provati in passato per l'azione disonesta compiuta ai danni del loro conoscente, sono ora insostenibili e tutti ormai voltano loro le spalle. Per non perdere tutto cercano di pensare in fretta ad un modo per risollevarsi, ma il destino non è dalla loro parte...

Tre croci è un romanzo intenso, dove la psicologia dei tre fratelli Gambi è ben approfondita, nonostante Tozzi non la descriva nel dettaglio, ma la faccia trapelare da brevi e serrati dialoghi e da piccoli gesti. L'asciuttezza dello stile può ricordare il verismo del Verga, mentre la riflessione psicologica sul peccato e il senso di colpa non può non richiamare Dostoevskij in tutta la sua grandezza. Posso solo dire che Tozzi è un gioiello della nostra letteratura che va riscoperto e amato.

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