Tozzi è in assoluto uno dei
miei autori preferiti: secco, senza giri di parole, malinconico ma
senza essere pesante.
Tre croci narra
le vicende di tre fratelli, Giulio, Niccolò ed Enrico Gambi (Tozzi
si è ispirato ad un fatto vero per il romanzo). I primi due sono
proprietari di una libreria, mentre il terzo si occupa di una
legatoria, ma senza impegnarsi troppo. Ad Enrico, infatti, non piace
lavorare, ma si atteggia da signore anche se non lo è. Giulio è
intelligente e appassionato del suo lavoro; Niccolò, invece, è un
esperto di oggetti d'arte, all'apparenza scontroso ma in realtà
simpatico, in quanto la gente apprezza il suo modo di scherzare e la
sua risata contagiosa. Con i tre fratelli abitano Modesta, la moglie
di Niccolò, e due nipoti, Chiarina e Lola. Gli affari dei Gambi,
però, vanno molto male e da qualche tempo Giulio, d'accordo con gli
altri due, ha trovato il modo per risollevarsi economicamente:
falsificare alcune cambiali usando la firma del cavalier Nicchioli.
Questi aveva già dato loro delle cambiali autentiche e quindi
nessuno aveva mai sospettato di loro, fino a quando un impiegato
troppo zelante della Banca non scopre l'inganno. La vita dei tre
fratelli cambia drasticamente: i sensi di colpa, già provati in
passato per l'azione disonesta compiuta ai danni del loro conoscente,
sono ora insostenibili e tutti ormai voltano loro le spalle. Per non
perdere tutto cercano di pensare in fretta ad un modo per
risollevarsi, ma il destino non è dalla loro parte...
Tre croci
è un romanzo intenso, dove la psicologia dei tre fratelli Gambi è
ben approfondita, nonostante Tozzi non la descriva nel dettaglio, ma
la faccia trapelare da brevi e serrati dialoghi e da piccoli gesti.
L'asciuttezza dello stile può ricordare il verismo del Verga, mentre
la riflessione psicologica sul peccato e il senso di colpa non può
non richiamare Dostoevskij in tutta la sua grandezza. Posso solo dire
che Tozzi è un gioiello della nostra letteratura che va riscoperto e
amato.
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