martedì 12 agosto 2014

Notre Dame de Paris

Vorrei cominciare questo post chiedendo scusa per la mia lunga assenza, ma (dopo non so più quanti anni) sono finalmente andata in vacanza. Meta del mio viaggio è stata Parigi. Ad essere sincera me ne ero fatta un'idea più “romantica”, basata soprattutto sui libri da me letti, ma mi è comunque piaciuta e ho visto delle opere d'arte eccezionali.

Per rimanere in ambito parigino ho deciso di parlare di uno dei maggiori romanzi di Victor Hugo: Notre Dame de Paris.
Già dal titolo si capisce perfettamente che la vera protagonista dell'opera è proprio l'imponente e maestosa cattedrale gotica, al cui interno abitano il deforme Quasimodo e l'arcidiacono Claude Frollo. Entrambi sono personaggi dotati di una forte pulsione sessuale, nel primo sottolineata dal suo rapporto quasi fisico con la cattedrale, mentre il secondo tenta di reprimerla attraverso la religione. La visione di Esmeralda sconvolge totalmente la mente di Frollo che, per gelosia, ferisce mortalmente Febo di Chateapers, giovane da lei amato, accusandola poi del fatto.
Oltre a questi personaggi, davanti al lettore si presenta tutta la città di Parigi con i suoi quartieri e i suoi abitanti, dai ricchi e frivoli nobili, ai poveri, agli storpi, ai ladri e a tutti coloro che vivono e agiscono nell'ombra. La trama del romanzo diventa così complessa, inserendo diverse storie all'interno di quella principale.

Notre Dame de Paris è un manifesto della narrativa romantica, un affresco variopinto della Parigi medievale. Nonostante la sua bellezza devo ammettere, però, di essere rimasta molto male dalla sua lettura. Mi spiego: da piccola, come credo molti di voi, ho visto il cartone animato della Disney preso proprio da quest'opera. Crescendo ho imparato a diffidare dall'animazione, ma lì la trama è stata davvero stravolta da tantissimi buoni sentimenti che nel libro non sono neanche lontanamente presenti. Aspettandomi amore, amicizia e altri buoni sentimenti, mi sono ritrovata a leggere di egoismo, morte e orrore. Povera me e povera la mia ingenuità...

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