lunedì 18 agosto 2014

Gli Acarnesi / Le Nuvole / Le Vespe / Gli Uccelli

Aristofane è stato il più importante commediografo greco. Al centro delle sue opere si trova la critica verso alcuni personaggi illustri dell'Atene del suo tempo (non dimentichiamo che visse ed operò durante la guerra del Peloponneso), come uomini politici e filosofi, in particolare i sofisti (tra cui inserisce la figura di Socrate).

Gli Acarnesi è la storia di Diceopoli che, accortosi dell'uso che i demagoghi e altri potenti personaggi fanno a loro vantaggio della guerra, decide di fare una sua pace individuale con Sparta. Egli pronuncia così un discorso a favore degli acerrimi nemici di Atene, in cui risalta tutto il coraggio di Aristofane nel prendere una simile posizione. Grazie a questa pace, Diceopoli può commerciare con un Megarese e un Beota, entrando in possesso di beni che gli altri non possono permettersi visti i divieti di scambio con gli avversari. Bellissima la scena in cui il protagonista dà a uno dei due uomini l'unica merce che davvero abbonda in Atene: un sicofante, cioè una spia! Di idee totalmente diverse da Diceopoli è Lamaco, uno dei più importante generali ateniesi, che ha come ragione di vita la guerra per la guerra.

Le Nuvole mette in scena il problema dell'educazione. Strepsiade è un uomo sommerso dai debiti a causa del figlio Fidippide, il quale sta dilapidando il patrimonio per la sua fissazione per i cavalli. Il genitore, per cercare di allontanare i debitori, va da Socrate per farsi istruire nell'arte del discorso; il pover'uomo, però, è troppo stupido e quindi cerca di convincere il figlio ad entrare nella scuola al suo posto. Fidippide cede, ma non userà le tecniche apprese come avrebbe voluto il vecchio padre...

Le Vespe è una commedia scritta contro il sistema giudiziario. Filocleone vive per il tribunale e la sua è una vera e propria monomania; il figlio Bdelicleone (da notare che entrambi i nomi contengono “Cleone”, uno degli uomini più odiati da Aristofane) decide di rinchiuderlo in casa per “curarlo”. Le vespe, cioè il coro composto dai colleghi di Filocleone, giungono a chiamare il vecchio per portarlo a giudicare con loro: Bdelicleone declama allora un discorso in cui afferma che non sono i giudici ad avere potere, ma che anzi sono i servi di gente più potente, che li controlla con mazzette e favori vari. Per calmare il padre, Bdelicleone gli costruisce un tribunale casalingo e cerca di istruirlo sul come comportarsi in pubblico. Il ruolo padre-figlio comincia così ad invertirsi.

Ne Gli Uccelli Pistetero e Evelpide lasciano Atene per ricercare una città ideale dove poter vivere. Grazie a due uccelli arrivano nel luogo dove vive Tereo (il marito di Procne che, innamoratosi della cognata Filomela la stuprò e le tagliò la lingua; la donna, però, riuscì comunque a farlo sapere a Procne che, per vendicarsi, diede come cibo a Tereo il figlio Iti; Tereo fu perciò trasformato in upupa, Procne in usignolo e Filomela in rondine) il quale riesce a convincere i suoi simili ad ascoltare i due uomini. La città degli uccelli, Nubicuculia, comincia così ad essere costruita; i due ateniesi, però, devono vedersela con personaggi e dei del vecchio mondo.

Queste commedie di Aristofane sono capolavori assoluti nel loro genere, veri attacchi al sistema, ancora attuali nonostante i tanti secoli che ci separano dalla loro stesura. Ovviamente da leggere e ammirare!

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