La Vita
dell'arciprete Avvakum è uno dei capolavori della letteratura
russa, purtroppo non molto conosciuto.
Nel XVII
secolo, in Russia, ha luogo un grande scisma all'interno della Chiesa
ortodossa, in cui si contrappongono i Vecchi Credenti (i raskolniky,
di cui fa parte Avvakum) e il Patriarca Nikon con i suoi seguaci.
Nikon apportò diverse modifiche nella liturgia ortodossa, basandosi
soprattutto su quella della Chiesa greca, corrompendo così il vero
spirito della religione russa, profondamente radicata nel popolo e in
cui ministri del culto erano uomini esattamente uguali al resto dei
credenti. Avvakum e altri si oppongono a quella che per loro è una
vera e propria eresia e per questo vengono perseguitati e puniti. Con
il Concilio del 1666-67, le cose precipitano inesorabilmente. Avvakum
passa la maggior parte della sua vita o in esilio o imprigionato ma,
a differenza di altri suoi compagni, non cede mai: fino alla fine
combatterà contro l'apostata Nikon e patirà qualsiasi tortura pur
di continuare a professare la vera fede, che non è di certo quella
corrotta dei Greci e dei Latini. La forza di quest'uomo è
straordinaria e non solo la sua, ma anche quella della moglie e dei
figli, costretti a seguirlo durante l'esilio e anche loro
imprigionati. In questa autobiografia Avvakum parla nel linguaggio
schietto del popolo, senza lasciarsi andare a pensieri troppo
complicati tipici dei Cristiani latini. Quella dell'arciprete è una
fede sentita, fisica e lo si capisce in particolar modo durante le
descrizioni degli scontri contro i demoni che si impossessano delle
persone e che tentano di corromperlo. Anche se vacilla, Avvakum torna
sempre a Dio amandolo con più forza.
Leggendo
questa Vita sono
rimasta affascinata dalla tenacia di quest'uomo, anche se mi domando
se davvero valga la pena soffrire così tanto per ciò in cui si
crede: certo è nobile, ma non è detto che l'esempio dato serva poi
in futuro. Spesso ci si dimentica di questi martiri o li si ammira,
ma senza provare neanche lontanamente la loro passione. Ad ogni modo
quest'opera è un esempio di grande forza e di grande bellezza
letteraria che va assolutamente riscoperta e amata.
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