lunedì 12 maggio 2014

L'ultimo giorno di un condannato a morte

L'ultimo giorno di un condannato a morte di Victor Hugo è un breve scritto del 1829.

Un giovane è condannato alla pena di morte e scrive le proprie memorie, prima dalla Bicetre (ospizio per vecchi e folli) , poi dalla Conciergerie (prigione nell'omonimo palazzo di giustizia, dove venivano portati i condannati prima di essere mandati al patibolo) e infine dalla Place de Grève (il luogo dove avvenivano le pubbliche esecuzioni). Il breve romanzo è un viaggio all'interno della mente del giovane narratore, uomo del quale non si sa nulla, tranne che ha una madre, una moglie e una figlia. I ricordi dei suoi cari lo tormentano e il breve incontro con la figlia, che ormai lo ha dimenticato, lo distrugge completamente. Nemmeno il prete può dargli aiuto, in quanto le sue parole sembrano una parte teatrale mandata a memoria.

Le descrizioni dei luoghi di reclusione mettono spesso in risalto cose belle che non appartengono a loro, come ad esempio il sole, simbolo della libertà e della vita.

Il narratore passa attraverso varie fasi: dal preferire la morte ai lavori forzati, dalla voglia di evadere, dal malessere di lasciare i suoi cari e al conseguente disonore che ricadrà sulla figlia, fino a giungere alla disperata voglia di vivere ad ogni costo.

Tutti i pensieri del condannato portano a ciò che Hugo tratta nella prefazione dell'opera: l'autore francese, infatti, attraverso questo racconto, mette in luce tutta l'ingiustizia che la condanna a morte comporta. Essa è una pratica disumana, che uccide persone che spesso sono diventate ladre e assassine per necessità e/o per non aver ricevuto un'educazione, abbandonate fin dall'infanzia a se stesse. Questi uomini hanno dei legami, la cui morte genererà altre persone sole e sbandate che probabilmente prenderanno la stessa strada del ghigliottinato per riuscire a sopravvivere. Riprendendo Dei delitti e delle pene di Beccaria, Hugo ribadisce che la società non deve “'punire per vendicarsi'; deve correggere per migliorare”.

L'ultimo giorno di un condannato a morte è un breve capolavoro che serve ancora oggi a far riflettere sulle ingiustizie e pratiche disumane che tuttora popolano il mondo, mettendosi nei panni di chi le subisce.

Nessun commento:

Posta un commento