Severino
Boezio scrisse La consolazione della Filosofia nel
524, mentre era in
carcere in attesa della sua condanna.
Il
primo libro dell'opera, infatti, comincia con la descrizione di
Boezio in prigione, attorniato dalle Muse. All'improvviso, ecco
apparire una vecchia donna dagli occhi splendenti che le scaccia:
Boezio riconosce in lei la sua “nutrice”, la Filosofia, venuta
per consolarlo nella sua triste condizione. Nel secondo libro la
Filosofia, con l'aiuto della Retorica, esorta Boezio a rassegnarsi al
volere della Fortuna, quella potenza irrazionale che distribuisce il
bene e il male a caso, cominciando così a consolarlo in maniera
“morbida”. Nel terzo libro, quando ormai Boezio è pronto per
ricevere una cura più efficace contro il suo dolore, la Filosofia
parla del bene ed afferma che esso non è dato né dalle ricchezze né
dagli onori né dalla gloria, tutte cose effimere; il vero bene è
Dio. Nel quarto libro la Filosofia risponde ad una domanda di Boezio
sul perché esiste il male nel mondo: il male non è nulla perché
l'uomo malvagio che lo compie non è più un uomo, ma diventa una
bestia. Inoltre, l'uomo malvagio tende anch'esso al bene, esattamente
come il giusto, solo che in modo sbagliato: per questo è infelice
anche se non lo sa; l'infelicità è la sua punizione, come il buono
ha già come premio il fare il bene. Nel quinto e ultimo libro viene
trattato un tema molto difficile: se Dio è dotato di prescienza,
com'è possibile il libero arbitrio? Filosofia risponde che la
prescienza di Dio è data dalla sua eternità: Egli vede tutto nel
presente in quanto lui non è soggetto al tempo come noi mortali; in
questo modo non esiste la necessità legata alla realizzazione delle
cose future. La necessità, infatti, può essere di due tipi: o è
semplice, cioè quando è connaturata alla cosa stessa (ad esempio il
sorgere del sole) o è condizionata, cioè quando è subordinata a
una condizione che si aggiunge alla natura propria di una cosa (ad
esempio un uomo che cammina). Mancando la necessità delle cose
future, l'uomo è libero.
Il
riassunto qui riportato è davvero misero vista la complessità
dell'argomento trattato, ma serve solo a dare una piccola indicazione
sull'opera. La cosa bella di La consolazione della
Filosofia è la sua alternanza
di prosa e poesia e soprattutto l'estrema chiarezza usata da Boezio
nello svolgere temi così spinosi. Nonostante sia un libro
filosofico, con costanti richiami a teorie platoniche, aristoteliche
e alla scuola eleatica, è di facile lettura e comprensione per
chiunque, anche per chi non ha una gran dimestichezza con questa
materia.
Vi
assicuro che è uno dei libri più belli che io abbia mai letto, non
tanto per le soluzioni proposte, che possono essere confutate, ma per
lo stile, la bravura nelle argomentazioni e perché sembra davvero di
assistere ad un colloquio tra il grande uomo romano e la Filosofia.
Nessun commento:
Posta un commento