mercoledì 21 maggio 2014

La consolazione dela Filosofia

Severino Boezio scrisse La consolazione della Filosofia nel 524, mentre era in carcere in attesa della sua condanna.

Il primo libro dell'opera, infatti, comincia con la descrizione di Boezio in prigione, attorniato dalle Muse. All'improvviso, ecco apparire una vecchia donna dagli occhi splendenti che le scaccia: Boezio riconosce in lei la sua “nutrice”, la Filosofia, venuta per consolarlo nella sua triste condizione. Nel secondo libro la Filosofia, con l'aiuto della Retorica, esorta Boezio a rassegnarsi al volere della Fortuna, quella potenza irrazionale che distribuisce il bene e il male a caso, cominciando così a consolarlo in maniera “morbida”. Nel terzo libro, quando ormai Boezio è pronto per ricevere una cura più efficace contro il suo dolore, la Filosofia parla del bene ed afferma che esso non è dato né dalle ricchezze né dagli onori né dalla gloria, tutte cose effimere; il vero bene è Dio. Nel quarto libro la Filosofia risponde ad una domanda di Boezio sul perché esiste il male nel mondo: il male non è nulla perché l'uomo malvagio che lo compie non è più un uomo, ma diventa una bestia. Inoltre, l'uomo malvagio tende anch'esso al bene, esattamente come il giusto, solo che in modo sbagliato: per questo è infelice anche se non lo sa; l'infelicità è la sua punizione, come il buono ha già come premio il fare il bene. Nel quinto e ultimo libro viene trattato un tema molto difficile: se Dio è dotato di prescienza, com'è possibile il libero arbitrio? Filosofia risponde che la prescienza di Dio è data dalla sua eternità: Egli vede tutto nel presente in quanto lui non è soggetto al tempo come noi mortali; in questo modo non esiste la necessità legata alla realizzazione delle cose future. La necessità, infatti, può essere di due tipi: o è semplice, cioè quando è connaturata alla cosa stessa (ad esempio il sorgere del sole) o è condizionata, cioè quando è subordinata a una condizione che si aggiunge alla natura propria di una cosa (ad esempio un uomo che cammina). Mancando la necessità delle cose future, l'uomo è libero.

Il riassunto qui riportato è davvero misero vista la complessità dell'argomento trattato, ma serve solo a dare una piccola indicazione sull'opera. La cosa bella di La consolazione della Filosofia è la sua alternanza di prosa e poesia e soprattutto l'estrema chiarezza usata da Boezio nello svolgere temi così spinosi. Nonostante sia un libro filosofico, con costanti richiami a teorie platoniche, aristoteliche e alla scuola eleatica, è di facile lettura e comprensione per chiunque, anche per chi non ha una gran dimestichezza con questa materia.

Vi assicuro che è uno dei libri più belli che io abbia mai letto, non tanto per le soluzioni proposte, che possono essere confutate, ma per lo stile, la bravura nelle argomentazioni e perché sembra davvero di assistere ad un colloquio tra il grande uomo romano e la Filosofia.

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