Oggi, per festeggiare Ferragosto,
vi propongo un altro romanzo americano, Il segno rosso del
coraggio di Stephen Crane.
La
guerra civile imperversa e il giovane Henry Fleming decide di
arruolarsi. Il ragazzo (così Crane chiama Henry nell'opera), appena
arriva all'accampamento, è impaziente di combattere, mosso
dall'eroismo e con l'idea che, purtroppo, non esistano più battaglie
come quelle vissute dai Greci. Appena viene dato il segnale di inizio
della lotta, però, Henry si fa prendere dal panico e fugge,
giustificandosi affermando di aver preso la migliore decisione
possibile, in quanto può così offrirsi nella battaglia successiva
essendosi “risparmiato” in questa: se tutti i soldati muoiono,
come si può proseguire il conflitto? Quando si accosta a dei soldati
feriti, un senso di vergogna lo stringe alla gola: non vuole essere
schernito perché mancante di un segno rosso che attesti il suo
coraggio. La “fortuna”, però, viene in suo soccorso e un
soldato, durante una fuga, lo colpisce alla testa per toglierselo di
mezzo. Tornato al suo reggimento, può raccontare di aver combattuto
valorosamente e, durante l'attacco successivo, in preda
all'esaltazione, va alla carica incurante del pericolo.
Il segno rosso del coraggio
è la storia della crescita psicologica del giovane Henry, il
ragazzo. Egli passa dalla visione romantica della guerra in cui il
soldato è un eroe, a quella dell'inutilità del singolo individuo
all'interno del grande “corpo” dell'esercito, fino ad arrivare
all'istinto che lo porta a salvarsi in momenti di grande pericolo.
La
storia narrata è molto interessante anche perché, da quello che so,
è uno dei pochi romanzi a narrare la Guerra di Secessione dal punto
di vista dell'esercito dell'Unione. L'unica pecca, secondo me, è il
metodo di scrittura utilizzato dall'autore. Il romanzo è scritto
sicuramente bene, ma lo stile giornalistico (e Crane era un
giornalista) non mi pare adatto a descrivere la psicologia complessa
del protagonista; è uno stile talmente “freddo” che non lascia
nulla nel lettore, se non vaghe sensazioni, ma vissute sempre a
distanza. Nonostante le mie impressioni, Il segno rosso del
coraggio è una delle principali
opere della narrativa americana e credo sia interessante leggerlo per
conoscere la cultura d'oltreoceano.
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