Nana fa
parte dei venti romanzi che compongono la saga dei Rougon-Macquart.
Zola, tramite le vicende di questa famiglia lungo il corso degli
anni, vuole dimostrare come il vizio sia trasmissibile
ereditariamente e quali siano i suoi effetti nei diversi discendenti.
Il
romanzo parte con la descrizione di un teatro che, a poco a poco, si
riempie di spettatori, tutti ansiosi di vedere la nuova attrice,
Nana. Lo spettacolo inizia e, dopo svariate scene che entusiasmano
per poco il pubblico, eccola apparire: bella, giovane, formosa, dalle
cosce forti e dalla seducente chioma fulva. Nonostante la totale
mancanza di talento, Nana conquista il pubblico solo grazie al suo
corpo. Da quel momento la giovane si impone in società, diventando
una prostituta di lusso e ammaliando gli uomini più ricchi di
Parigi. Dopo una breve parentesi in cui ritorna alla povertà, a
causa di una passione per un attore, riesce comunque a risollevarsi,
ritrovando il conte Muffat, uomo bigotto, ma incapace di resistere al
suo fascino conturbante. Il nobile le regala un sontuoso palazzo a
Parigi e la riempie di doni preziosi, contribuendo al suo successo.
Nana è infastidita dagli scrupoli religiosi e dalla gelosia
dell'amante e, per questo, passa il suo tempo con altri uomini e
donne, degradandosi moralmente sempre di più. Le sue fortune, però,
non dureranno in eterno...
L'infanzia
e la prima giovinezza di Nana sono raccontate per brevi cenni durante
lo svolgimento della storia: apprendiamo che il padre era un
ubriacone e che lei ha cominciato come semplice e povera fioraia, per
poi scoprire il valore del suo corpo. Zola, infatti, la descrive, sia
fisicamente che moralmente, come un animale sempre pronto a
soddisfare i propri istinti. Nana è egoista, rovina gli uomini che
si innamorano di lei come se fosse un gioco, spendendo i loro interi
patrimoni e cacciandoli quando ormai non hanno più il becco di un
quattrino. Per spiegare il suo atteggiamento verso il mondo, Zola usa
questa frase significativa: “Non le bastava distruggere
le cose, le voleva sporcare”.
Il suo corpo è l'unica cosa che ama e il conte Muffat rimane
sconvolto quando lei si osserva nuda allo specchio baciando la sua
immagine. Unico altro amore di Nana è il proprio figlio, anche se
spesso se ne dimentica a causa delle sue troppe occupazioni. Nana,
per concludere, è una ragazza piuttosto stupida, interessata solo a
suscitare ammirazione, manipolatrice e insensibile nei confronti
degli altri, disposti a tutto pur di renderla felice o di ottenere
anche un solo bacio.
Ovviamente
non sono solo gli uomini e le prostitute a cedere ai loro appetiti
sessuali, ma anche le donne della buona società.
Nana
uscì nel 1880 e subito suscitò un grandissimo scalpore e si può
ben capirne il motivo. Non posso fare a meno di consigliarvelo, anche
se ammetto che a volte si vorrebbe dare alla protagonista una bella
lezione per quanto sa essere stronza!
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