martedì 12 maggio 2015

Nana

Nana fa parte dei venti romanzi che compongono la saga dei Rougon-Macquart. Zola, tramite le vicende di questa famiglia lungo il corso degli anni, vuole dimostrare come il vizio sia trasmissibile ereditariamente e quali siano i suoi effetti nei diversi discendenti.

Il romanzo parte con la descrizione di un teatro che, a poco a poco, si riempie di spettatori, tutti ansiosi di vedere la nuova attrice, Nana. Lo spettacolo inizia e, dopo svariate scene che entusiasmano per poco il pubblico, eccola apparire: bella, giovane, formosa, dalle cosce forti e dalla seducente chioma fulva. Nonostante la totale mancanza di talento, Nana conquista il pubblico solo grazie al suo corpo. Da quel momento la giovane si impone in società, diventando una prostituta di lusso e ammaliando gli uomini più ricchi di Parigi. Dopo una breve parentesi in cui ritorna alla povertà, a causa di una passione per un attore, riesce comunque a risollevarsi, ritrovando il conte Muffat, uomo bigotto, ma incapace di resistere al suo fascino conturbante. Il nobile le regala un sontuoso palazzo a Parigi e la riempie di doni preziosi, contribuendo al suo successo. Nana è infastidita dagli scrupoli religiosi e dalla gelosia dell'amante e, per questo, passa il suo tempo con altri uomini e donne, degradandosi moralmente sempre di più. Le sue fortune, però, non dureranno in eterno...

L'infanzia e la prima giovinezza di Nana sono raccontate per brevi cenni durante lo svolgimento della storia: apprendiamo che il padre era un ubriacone e che lei ha cominciato come semplice e povera fioraia, per poi scoprire il valore del suo corpo. Zola, infatti, la descrive, sia fisicamente che moralmente, come un animale sempre pronto a soddisfare i propri istinti. Nana è egoista, rovina gli uomini che si innamorano di lei come se fosse un gioco, spendendo i loro interi patrimoni e cacciandoli quando ormai non hanno più il becco di un quattrino. Per spiegare il suo atteggiamento verso il mondo, Zola usa questa frase significativa: “Non le bastava distruggere le cose, le voleva sporcare”. Il suo corpo è l'unica cosa che ama e il conte Muffat rimane sconvolto quando lei si osserva nuda allo specchio baciando la sua immagine. Unico altro amore di Nana è il proprio figlio, anche se spesso se ne dimentica a causa delle sue troppe occupazioni. Nana, per concludere, è una ragazza piuttosto stupida, interessata solo a suscitare ammirazione, manipolatrice e insensibile nei confronti degli altri, disposti a tutto pur di renderla felice o di ottenere anche un solo bacio.
Ovviamente non sono solo gli uomini e le prostitute a cedere ai loro appetiti sessuali, ma anche le donne della buona società.

Nana uscì nel 1880 e subito suscitò un grandissimo scalpore e si può ben capirne il motivo. Non posso fare a meno di consigliarvelo, anche se ammetto che a volte si vorrebbe dare alla protagonista una bella lezione per quanto sa essere stronza!

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