martedì 26 maggio 2015

Il turno

Il brevissimo romanzo che vi propongo oggi è Il turno di Luigi Pirandello.

Marcantonio Ravì vuole sposare la propria figlia, Stellina, con il vecchio Don Diego Alcozèr, vecchio uomo di corte, ex don Giovanni e di nuovo scapolo dopo la morte della quarta moglie. I concittadini di Ravì ritengono questa unione aberrante, ma egli la difende sostenendo che, dopo pochi anni di sofferenza, la figliuola, alla morte del marito, sarà ricca e libera di sposare Pepè Alletto, giovane di discendenza nobile, ma squattrinato e viziato dalla vecchia madre. Stellina piange e grida con tutte le sue forze, ma il giorno del matrimonio arriva inesorabile. Pepè, invitato al ricevimento, lasciatosi in precedenza convincere dalle promesse allettanti fattegli da Ravì, si sente già lui lo sposo e la voglia di far sua Stellina si acuisce dopo un duello combattuto proprio per salvaguardare l'onore di lei. Per avere consigli e aiuti, Pepè si rivolge al cognato, l'avvocato Ciro Coppa, il quale, dopo aver perso la moglie (segregata in casa a causa della sua gelosia) e aver visto Stellina, decide di farla divorziare dal vecchio Don Diego. Pepè è felicissimo perché potrà finalmente avere la sua amata, ma sarà il cognato a portargliela via...

Il titolo dell'opera allude chiaramente all'attesa che il giovane Pepè è costretto a sopportare prima di poter finalmente sposare la bella Stellina. Tutta l'opera è giocata sul “caso” che spadroneggia su tutta la vita umana, vita che è anche un'enorme commedia (e maschere sono tutti i personaggi descritti). Pepè, inoltre, è un inetto, completamente incapace di decidere per sé e facilmente suggestionabile; egli non riesce a controllare nessun evento e si lascia trasportare dal volere di chi gli sta intorno. Non manca neanche la descrizione dell'ipocrisia, come quella della vicina che si oppone a Ravì per difendere Stellina da un matrimonio “contro natura” con Don Diego, ma che poi non mancherà di dimenticare tutte le cose dette e fatte per assicurarsi le ricchezze del vecchio dopo il divorzio.

Il turno è un'opera che mantiene dei toni gai, ma i temi in essa contenuti sono seri: quante unioni sono state e sono tuttora fatte per calcolo ed interesse? Quante persone giudicano gli altri per poi comportarsi allo stesso modo se possono averne un tornaconto? Il turno, però, fa capire benissimo che non tutto ciò che progettiamo va secondo i nostri piani, sia nel bene che nel male, e che siamo un po' tutti ridicoli, vita compresa.

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