Il libro di cui vado a parlare
quest'oggi è Notturno di
D'Annunzio.
L'opera
raccoglie le memorie della sua lunga convalescenza in ospedale in
seguito ad un incidente di volo che gli ha danneggiato un occhio,
costringendolo alla più totale immobilità. La voglia di scrivere,
però, era troppa e l'autore annotava i suoi pensieri
“sopra
una stretta lista di carta che contiene una riga. Ho tra le dita un
lapis scorrevole. Il pollice e il medio della mano destra, poggiati
su gli orli della lista, la fanno scorrere via via che la parola è
scritta. Sento con l'ultima falange del mignolo destro l'orlo di
sotto e me ne servo come d'una guida per conservare la dirittura.”
Notturno è
diviso in tre parti chiamate “offerte”. Nella prima il nucleo
centrale è quello della morte e in particolare dei funerali del suo
amico e compagno di volo Giuseppe Miraglia. Nella seconda si passa ai
ricordi di guerra, mentre nella terza si parla del presente e della
possibilità di tornare alla “luce”. Notturno
si chiude con un'Annotazione, nella quale vengono ripercorse le
modalità di composizione dell'opera.
Questo è uno dei libri più brutti che io abbia mai
letto. Le nuove tecniche di scrittura apportate da D'Annunzio, come
le frasi brevi in cui va a capo ad ogni punto, mi innervosiscono
molto. Trovo il tutto pieno di vuota retorica e le immagini più
“poetiche” stonano nel contesto di ciò di cui sta parlando e le
trovo, inoltre, poco adatte alla prosa. Il fatto che sia sempre lui
il “protagonista” mi urta: quando, ad esempio, racconta dei
funerali dell'amico Miraglia o mentre ricorda la madre, D'Annunzio
porta tutta l'attenzione su di sé, svalutando ciò che lo circonda
se non in relazione a ciò che LUI prova, a ciò che LUI fa ecc. Al
centro di tutto c'è sempre e solo Gabriele con le sue sensazioni, i
suoi sentimenti e i suoi gesti più forti, più sentiti e più
importanti di tutto il resto. A differenza delle altre opere di
D'Annunzio da me lette, qui il suo egocentrismo tocca livelli
assurdi. Per non parlare di tutta quella solfa di esaltazione della
patria...
Comunque
sia, questo è il mio pensiero e sono molto curiosa di sapere cosa ne
pensate voi. Attendo le vostre impressioni!
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