La campana di vetro è l'unico romanzo della poetessa americana Sylva Plath, pubblicato poco prima della sua morte nel 1963.
Per comprendere l'opera di Sylvia Plath è necessario conoscere la sua biografia: la sua storia personale ha enormemente influito sulla sua produzione letteraria e La campana di vetro non fa eccezione.
Questo romanzo è diviso in tre grandi blocchi: nel primo, Esther, la giovane protagonista dell'opera, si trova a New York dove fa la sua esperienza di praticantato presso una rivista di moda (la Plath lo fece nel 1953 presso il periodico "Mademoiselle"); il secondo tratta del periodo della malattia, della depressione e dell'incapacità di trovare la sua strada; l'ultimo blocco descrive la riabilitazione, quella che dovrebbe riportarla alla "normalità". Sylvia Plath soffrì per tutta la vita come il personaggio da lei creato, soprattutto in seguito alla morte del padre, uomo che non le ha mai dato affetto e morto quando la poetessa aveva solo otto anni (vedi la poesia "Papà" nella raccolta "Ariel"); il suo estremo bisogno di affetto, di essere sempre la più brava sono perfettamente descritti nelle pagine di quest'opera. Come la protagonista, anche Sylvia subì diversi elettroshock; dalle sue parole si comprende l'orrore di questo metodo di cura. Interessante notare che, all'inizio e alla fine del romanzo, si parli dei Rosemberg, la coppia condannata per spionaggio alla sedia elettrica e giustiziata il 19 giugno 1953: la condanna a morte e l'elettroshock sembrano collegarsi, in quanto molto simili nelle loro procedure. Il tentato suicidio di Esther può essere visto come un confronto con la morte più che un desiderio di morte.
La campana di vetro nella quale Esther vive è quella dell'alienazione, del condizionamento; la malattia, che si contrappone alla normalità, data ad esempio dalla famiglia di Buddy, il "suo ragazzo", è un rifiuto di ciò che la circonda. La giovane, infatti, rifiuta l'appagamento e la gratificazione immediate che le vengono insegnate a New York, rifiuta il rapporto con Buddy e rifiuta quella che viene considerata una "normale" iniziazione sessuale dalla borghesia di cui fa parte. Solo durante la riabilitazione, Esther dovrà confrontarsi con ciò che sta al di fuori della campana di vetro, attraverso un processo di conoscenza e di comprensione di sè e degli altri.
La campana di vetro è un libro crudo, diretto, totalmente autobiografico: attraverso la sua lettura si può entrare nel mondo disperato di Sylvia Plath.
Nessun commento:
Posta un commento