Arancia meccanica è un romanzo di Anthony Burgess uscito nel 1962, conosciuto soprattutto per l'adattamento cinematografico fatto da Kubrick nel 1971.
Il romanzo si divide in tre parti che corrispondono alle tre tappe fondamentali che segnano la vita del giovane protagonista Alex.
Nella prima parte vengono descritti Alex e la sua banda di amici, i "drughi", dediti alla violenza più estrema e fine a se stessa e del conseguente arresto di Alex. Egli verrà così sottoposto ad una cura sperimentale, descritta nella seconda parte: il giovane viene legato ad una sedia ed è costretto a guardare su uno schermo immagini brutali accompagnate da musica classica, che lui adora. Finite le sedute, Alex non può vedere scene violente nè ascoltare musica senza cominciare a stare male. Nell'ultima parte, Alex torna finalmente in società, ma viene aggredito proprio dai suoi ex compagni e dalle persone a cui aveva fatto del male; egli diventa così un simbolo del controllo esercitato dal governo e gli oppositori di questo operare ottengono di sottoporlo ad un altro trattamento, che lo farà ritornare il ragazzo di prima. Un finale così negativo ha causato diversi problemi a Burgess, che ha dovuto aggiungere un capitolo in cui cerca di mostrare un Alex che si ravvede, ma è scritto in modo poco convincente e soprattutto è inutile perchè la storia perde di efficacia.
Arancia meccanica è estremamente interessante perchè è una delle prime opere in cui si parla dei giovani, dando loro importanza e cercando di descrivere i loro comportamenti.
L'innnovazione sta soprattutto nel linguaggio, uno slang parlato da Alex e dai suoi compagni, che Burgess costruisce prendendo spunto da modi di dire presi dal linguaggio giovanile inglese di quegli anni, dal russo, dall'italiano e dal latino (queste ultime due influenze si perdono con la traduzione in italiano). Il risultato è un modo di parlare che appare strambo, ma che entra in modo prepotente nella mente del lettore.
Assolutamente consigliato.
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