mercoledì 11 settembre 2013

Tristram Shandy

Vita e opinioni del gentiluomo Tristram Shandy è un romanzo del 1759 (anno d'uscita dei primi due volumi; il terzo, il quarto, il quinto e il sesto vennero pubblicati nel 1761, il settimo e l'ottavo nel 1766, mentre l'ultimo, il nono, uscì nel 1767) di Lawrence Sterne.

Il Tristram è considerato come la prima "opera aperta" della letteratura moderna: infatti, tutti gli elementi caratteristici dell'epoca in cui apparve, sono parodiati, rimescolati, creando così qualcosa di unico nel suo genere. Le novità apportate da Sterne sono molteplici. Innanzitutto, i fatti non sono disposti in un ordine logico e i salti temporali sono costanti. Tristram racconta la sua storia in prima persona e lo fa in modo innovativo, in quanto da narratore si trasforma in scrittore: il protagonista del romanzo parla del romanzo che sta scrivendo su se stesso e, raccontandolo, lo scrive. Si ha così quella che in epoca più recente viene chiamata "metanarrativa", cioè una narrativa nella narrativa. Importanti sono i contributi filosofici, specialmente quelli di John Locke.  Da questo pensatore, Sterne riprende le teorie dell'assocciazione delle idee e quella della durata temporale; per Sterne il tempo dipende dalla fantasia e dalla coscienza individuale della mente, arrivando così a considerare la mente e la realtà stessa come disgressive e la narrazione non può che essere disgressiva a sua volta.

Fare un riassunto dell'opera è quasi impossibile. I personaggi principali sono Tristram, il protagonista e narratore, suo padre Walter, uomo pedante, sempre pronto a dare spiegazioni filosofiche su ogni cosa e lo zio Tobia, uomo innocente e ingenuo, perso nel suo mondo fatto di fortificazioni militari. Interessante notare che Tristram deriva dalla parola latina "tristis", cioè "triste", mentre Shandy, nel dialetto dello Yorkshire, significa "visionario, scervellato, pazzo".

Posso affermare con sicurezza che Tristram Shandy è uno dei libri più "assurdi" che io abbia mai letto. L'ironia pervade ogni sua pagina e davvero si ride, nonostante ci sia sempre un fondo di malinconia. Lo consiglio, soprattutto perchè è stato un precursore di molta letteratura moderna e un ottimo continuatore di Cervantes e Rabelais.

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