Quelli che oggi vi presento sono
alcuni racconti dello scrittore russo Maksim Gorkij (vero nome
Aleksej Maksimovic Pezkov). Questi scritti fanno parte della sua
produzione giovanile (cioè del periodo compreso tra il 1892 e il
1897, precedenti a quelli più “politicizzati”), dedicati al
mondo dei vagabondi, dei poveri, ecc. Essi apparvero su diversi
giornali e vennero poi riuniti nella raccolta Bosjakì
del 1898. Ognuno prende spunto da vicende realmente vissute da
Gorkij.
Il
primo racconto della raccolta è Il ghiaccio si muove,
dove il vero protagonista è il Volga, descritto minuziosamente
durante la fase del disgelo. Intorno ad esso si muovono le figure di
diversi carpentieri, tra cui spicca Ossip, un uomo che sa sempre come
cavarsela.
Konovalov è
una storia che mi ha commossa moltissimo. Quando l'autore faceva
l'aiuto fornaio, gli viene affiancato come collega questo grosso uomo
amante della libertà, dal cuore tenero e ansioso di farsi leggere
numerosi libri per poter imparare. La sua natura sensibile lo porta a
dar vita a pensieri profondi, che però non possono aiutarlo a
combattere la grande malinconia che prova e che affoga nella vodka.
Celkash è
la storia di un contrabbandiere che, per i suoi sporchi affari, si
serve dell'aiuto di un giovane contadino, Gavrila. Il racconto, man
mano che procede, prende una piega sconcertante: qui vengono messe a
confronto due nature totalmente diverse e ci si rende conto come
alcune passioni possano arrivare ad essere disgustose.
Malva è
una giovane donna, libera, amante di un vecchio contadino
trasferitosi in riva al mare per lavoro. Un giorno arriva il giovane
figlio dell'uomo, il quale scatena la gelosia nel genitore.
Vaska il Rosso è
ambientato in un postribolo, dove Vaska deve “controllare” le
prostitute. Il realismo del dialogo è impressionante.
I coniugi Orlov è
sicuramente uno dei racconti più complessi tra quelli qui
presentati. Il calzolaio Grishka è disgustato dalla propria vita e
sfoga la sua rabbia bevendo e picchiando a morte la moglie. Un
giorno, però, scoppia un'epidemia di colera ed egli decide di andare
ad aiutare i medici nelle baracche per salvare i malati: finalmente
Grishka ha uno scopo per cui vivere e il suo stile di vita cambia
radicalmente, anche nei rapporti con la moglie. Ed ecco il colpo di
scena: Grishka comincia a riflettere sulla condizione dei malati e
dei sani e due grandi verità lo colpiscono duramente...
Gli
altri racconti presenti sono: L'attaccabrighe,
Come nacque un uomo,
Come fu composto un canto e
Kirilka.
Gorkij
è un maestro: solo Dostoevskij, a mio avviso, è riuscito, prima di
lui, a descrivere e a penetrare così bene l'anima degli umili. Il
giovane Maksim osserva e riporta tutto ciò che gli si presenta nei vari luoghi dove viaggia e trova lavoro, condizione che gli permette di stare in contatto con le
più svariate persone, ognuna delle quali gli insegna qualcosa. La vita
e l'esperienza sono le sue uniche vere maestre. I caratteri, i volti, il
modo di parlare, tutto dei suoi personaggi appare nitido e chiaro
nella mente di noi lettori e ce li troviamo di fronte, siamo noi a
vivere quell'esperienza con Gorkij. La descrizione della natura è
poetica, ma nello stesso tempo precisa e pulsante di energia. Questi
racconti sono dei veri gioielli della letteratura.
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