Il Milione di
Marco Polo fu dettato, verso la fine del 1200, dal mercante veneziano
allo scrittore Rustichello (o Rusticiano) da Pisa che lo scrisse in
francese con il titolo Livre de Marco Polo, citoyen de
Venise, dit Million, où l'on conteles merveilles du monde,
poi divulgato con il titolo che conosciamo (derivato, pare, dal
soprannome, Milione appunto, abbreviazione di Emilione, come
familiarmente veniva chiamato Marco).
Marco,
il padre Niccolò e lo zio Matteo partono per il regno di Cublai Can
(il Gran Cane del testo) per portargli un messaggio da parte del
papa, come era stato loro richiesto dal sovrano orientale. Per
giungere in Cina, i tre viaggiatori toccano terre sconosciute e
lontane, abitate da popoli dalle strane usanze e, a volte, da uno
strano aspetto.
Il
libro può essere diviso in più parti: una breve introduzione che
spiega il viaggio fatto dai tre nelle sue linee generali, una parte
che riguarda il viaggio compiuto nell'Asia centrale, quella che parla
della Cina e che descrive gli usi e i costumi del regno del Gran Can,
quella che descrive la Cina, la Birmania e il Tonchino visitati da
Marco come inviato del sovrano ed, infine, la parte dedicata all'India.
Il
Milione vuole essere
una guida e quindi vengono date informazioni precise sui vari luoghi
e sui vari popoli visti da Marco; lo stile è perciò asciutto e i
contenuti sono realistici. Non a caso, venne considerato un resoconto
sicuro ed attendibile, usato da Colombo per programmare il suo
viaggio e tradotto in latino dal domenicano Francesco di Pipino, con
lo scopo di aiutare i missionari in quelle terre.
Nella
mia edizione del Milione
è presente anche la Historia
Mongalorum di
frate Giovanni da Pian del Carpine, risalente al XIII secolo. Egli
partì prima di Polo per giungere alla corte tartara dell'imperatore
Cuiuc per ordine del papa. Innocenzo IV, infatti, gli aveva affidato
il compito di portare una lettere al Kan per dirgli di smetterla di
uccidere e conquistare, soprattutto i popoli cristiani; Giovanni
giunge proprio durante l'investitura di Cuiuc a sovrano e questi dà
la sua risposta. Non serve che vi dica che la pace non venne
stipulata...
Questi
due resoconti di viaggi sono una testimonianza preziosa di luoghi
lontani, spesso ancora oggi sconosciuti agli Occidentali. Leggendo
queste pagine si parte in viaggio con Marco e frate Giovanni e si
rimane incantati dalla vastità del mondo e dalle sue curiosità e
diversità. Siete pronti a partire?