lunedì 17 febbraio 2014

Il richiamo della foresta / Bastardo / Accendere un fuoco

Il richiamo della foresta, Bastardo e Accendere un fuoco sono tre racconti dello scrittore americano Jack London; i primi due del 1903, mentre l'ultimo del 1910. Tutti e tre sono ispirati a fatti veri, visti dall'autore durante il periodo passato nel Klondike come cercatore d'oro.

Il richiamo della foresta ha come protagonista il cane Buck, un animale abituato alla civiltà, che viene mandato, suo malgrado, al Nord, dove deve imparare in fretta le abitudini del nuovo mondo per poter sopravvivere. A poco a poco, egli sente risvegliarsi dentro di sé gli istinti dei suoi antenati lupi, i quali lo porteranno a scoprire un'altra parte di sé fino ad allora sconosciuta.
Bastardo è la storia di un cane e del suo padrone, Black Leclere, il quale ha dato all'animale proprio il nome di Bastardo. Il loro è un rapporto basato sull'odio, sulla violenza: Leclere, all'inizio, decise di tenere il cane proprio perché era stato da lui morso, dando così inizio a quel sentimento feroce e cominciando ad addestrarlo alla malvagità fin da cucciolo. L'unico pensiero dell'uomo è quello di uccidere Bastardo e questa “voglia” è ricambiata dall'animale. I due si attaccano costantemente, arrivando addirittura e veri e propri scontri corporali, in cui Leclere si dimostra più animale del cane. Tra i due non può esserci amicizia perché in Bastardo emergono le caratteristiche del lupo suo antenato, mentre in Leclere quelle dell'uomo primitivo, molto più selvaggio e pericoloso del lupo.
Accendere un fuoco è un brevissimo racconto dove un uomo e un cane si ritrovano da soli in mezzo ad una distesa ghiacciata ad una temperatura di -75°. L'uomo (senza nome e senza storia, proprio come il cane, così da incarnare la condizione degli esseri viventi in generale), attraverso gesti ben calcolati e razionali, cerca di sopravvivere al meglio nell'ambiente ostile in cui si trova, provando ad ingannare la legge inesorabile della natura. Il cane, al contrario, solo grazie all'istinto riesce a percepire il pericolo e a comportarsi di conseguenza: senza tanti ragionamenti egli sa come muoversi e come vivere.

I tre racconti sono stati relegati nella letteratura per ragazzi: nonostante il grande successo, soprattutto de Il richiamo della foresta, le vicende storiche del Novecento hanno messo in risalto solo gli scritti politici di London. A mio avviso, questi piccoli capolavori andrebbero riproposti ad un pubblico adulto perché i temi trattati sono profondi e complicati e le immagini stesse, spesso, sono troppo crude per un ragazzino. Questi non sono semplici racconti di animali o di odio e amore fra cani e uomini, ma racconti sulla vita e sulle dinamiche che la governano.

lunedì 3 febbraio 2014

Lazarillo de Tormes

Lazarillo de Tormes è un breve romanzo anonimo pubblicato per la prima volta nel 1554 in tre diverse località spagnole: Burgos, Alcalà e Amberes. La sua fortuna fu immediata e venne subito stampato in alcune raccolte dell'epoca, tanto da diventare in poco tempo un classico della letteratura spagnola.

Lazarillo inizia a raccontare la sua storia dalla nascita fino all'incontro con il suo primo padrone, un cieco. Nonostante quest'ultimo sia “crudele” verso di lui, gli insegna molte cose che gli saranno utili per tutta la vita e, soprattutto, formula una specie di profezia che si avvererà. Stufo del cieco, Lazarillo, dopo avergli tirato un brutto colpo (in tutti i sensi!), decide di cercarsi un nuovo padrone, ma la fortuna gli è avversa e gli altri uomini a cui presterà servizio si dimostreranno peggiori del primo. Ciò che lo fa penare è soprattutto la mancanza di cibo, uno degli istinti elementari che caratterizzano Lazarillo. Dopo gli anni prestati a servire, il giovane finalmente comincia a lavorare e per questo riesce a comprarsi un abito usato che lo porterà ad avere una certa dignità.

La trama, nonostante l'abbia dovuta ridurre di molto per non svelare tutto ciò che Lazarillo è costretto a passare prima di “arrivare”, è estremamente semplice. Il protagonista (che è l'io narrante) si muove fra gli istinti base della natura umana e tutto ciò che fa lo fa per interesse personale. Il cambio dei padroni e dei mestieri lo porta ad acquisire esperienza e, man mano che questa aumenta, Lazarillo diventa più scaltro, più ingegnoso e impara ad ottenere ciò che vuole. La vicenda, di per sé, è amena, ricca di situazioni divertenti, di un uso umoristico delle frasi evangeliche e dissacratoria nei confronti dei diversi ambienti sociali, soprattutto quello ecclesiastico.

Lazarillo de Tormes è un'opera fresca, divertente, la prima di quello che poi diventerà il genere picaresco. Lazarillo, con tutte le sue sfortune, le sue ingenuità, ma anche le sue trovate, non può non entrare nelle simpatie dei lettori, che per questo rimarranno attratti da questo splendido romanzo breve.