Care amiche e cari amici, ogni tanto ricompaio! Chiedo scusa per la lunga assenza, ma è stato un periodo ricco di avvenimenti e di lunghe letture.
Quest'oggi vorrei proporvi un'opera eccezionale, Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas padre.
Edmond Dantès torna da un viaggio in mare, passando per l'isola d'Elba dove ha ricevuto un importante messaggio per un bonapartista. Danglars, scrivano di bordo, scopre l'esistenza di questo biglietto mentre Edmond ne parla con l'armatore Morrel e, geloso della prossima promozione del collega, decide di rovinarlo. Dantès, ignaro di tutto, corre dal padre e dalla fidanzata Mercedes, alla quale chiede di sposarlo. Nel frattempo Danglars, insieme a Caderousse, incontra in un'osteria Fernand Mondego, giovane catalano innamorato di Mercedes e furioso per l'amore che la bella porta per il marinaio abbena sbarcato a Marsiglia. Danglars mette a punto la sua vendetta, scrivendo una denuncia contro Dantes e che Fernand porta a Villefort, il Sostituto Procuratore del Re. Scoprendo che la lettera è indirizzata a suo padre, acceso bonapartista, Villefort, per non compromettere la propria carriera, decide di far sparire Dantès imprigionandolo nel Castello d'If. Edmond è disperato perché incapace di comprendere le accuse a lui rivolte, ma il suo morale si risolleva grazie alla conoscenza del suo vicino di cella, l'abate Faria. Questi è un dotto italiano considerato pazzo, ma Edmond apprende da lui la filosofia, le lingue, l'astronomia, diventando un uomo colto. Prima di morire, Faria gli svela il luogo in cui è sepolto un antico tesoro e Edmond, dopo un'evasione spettacolare, ne viene in possesso. Da questo momento egli non è più il semplice marinaio di quattordici anni prima, ma un ricco ed erudito uomo: il conte di Montecristo. Il nuovo Edmond decide di sostituirsi alla Provvidenza, aiutando coloro che si sono prodigati per lui e punendo quelli che gli hanno rovinato la vita.
Il conte di Montecristo è un romanzo incredibile: i colpi di scena si susseguono l'uno dopo l'altro e l'inventiva di Dumas non cade mai di tono. Nonostante la mole non indifferente, si rimane incollati alle sue pagine e ci si immedesima totalmente in Edmond, la cui psicologia è descritta in maniera efficace, anche se di sicuro questa non è un'opera di carattere psicologico. Qualche volta ci si imbatte, secondo me, in dialoghi troppo lunghi o in ripetizioni, ma questo non incide sul ritmo incalzante della scrittura. Sono sicura che leggendolo ve ne innamorerete!