mercoledì 20 aprile 2016

Le fonti del pensiero medievale


Le fonti del pensiero medievale ripercorre in brevi saggi, preceduti da un'introduzione, le tappe principali del pensiero e di tutta la cultura del Medioevo.

Il primo capitolo riguarda Agostino e il suo legame con gli autori antichi. Il santo di Ippona, infatti, deve molto della sua speculazione al pensiero di Platone e dei Neoplatonici e, non per nulla, egli afferma che i cristiani dovrebbero riprendere dai pagani tutto il sapere da loro posseduto per poterlo utilizzare nella predicazione del Vangelo. Interessante è la sua dimostrazione dell'esistenza di Dio, nella quale si passa anche dalla certezza della nostra propria esistenza, passaggio che in epoca moderna verrà riproposto da Cartesio. 

Il secondo capitolo è incentrato su Boezio e sui suoi commenti all'Isagoge di Porfirio, lavoro che segna la rinascita del problema degli universali che impegnerà per lungo tempo i pensatori medievali. 

Importantissima è anche la riscoperta del Timeo platonico e, successivamente, delle opere aristoteliche grazie ai filosofi arabi. Tra questi ultimi vanno assolutamente citati Avicenna e Averroè, che hanno offerto ai cristiani nuovi problemi filosofici e teologici di grande rilievo, come, ad esempio, se l'intelletto agente sia separato (e quindi unico per tutti) o se ognuno abbia il proprio, e come giustificare la creazione ex nihilo, teoria inconciliabile con l'eternità del mondo e del Primo Motore immobile aristotelici.

Il dibattito Platone - Aristotele segnerà tutto il Medioevo (già Boezio si era proposto di conciliare le loro dottrine) e porterà al divieto di insegnare le opere dello Stagirita nelle Università. Il XIV secolo, infine,  vede la rinascita della mistica, espressa nell'opera di Eckhart, ricca di riferimenti neoplatonici e di elementi ripresi da Dionigi l'Areopagita. 

Di solito si vede il Medioevo come un periodo buio, in cui la speculazione si aggira su temi noiosi e di poco rilievo. Niente di più sbagliato! Questo lungo periodo storico, al contrario, è caratterizzato da uno studio accurato dei classici e lo sforzo fatto per unirli agli insegnamenti della Rivelazione ha originato teorie di grande spessore. Senza il lavoro dei medievali, probabilmente, non saremmo in possesso di molti scritti fondamentali e non sarebbero mai nati sistemi come quelli di Agostino, Tommaso o Ockham, che eserciteranno un grande influsso anche nei secoli successivi. Inoltre è proprio in questi secoli che sorgono gli interessi scientifici sul moto e le problematiche ad esso connesse, come la ricerca di leggi che lo possano misurare. 

Le fonti del pensiero medievale è un ottimo libro per potersi accostare a quelli che ingiustamente vengono considerati "secoli bui". Nonostante i temi trattati, la lettura è scorrevole e chiara. Per tutti questi motivi non posso che consigliarvelo! 

venerdì 26 febbraio 2016

Nuovo Organo

Il Nuovo organo, scritto in aforismi, è la seconda parte di un lavoro più ampio, l'Instauratio Magna, opera che secondo i progetti di Bacone doveva racchiudere e spiegare tutto il nuovo metodo da lui concepito. 

Bacone afferma che l'uomo, per poter davvero conoscere e operare sulla natura, deve liberarsi dagli idola, ossia dalle immagini false che bloccano il sapere, il quale coincide con la potenza. Essi sono di quattro tipi: gli idola tribus (idoli della tribù) hanno origine nella natura stessa dell'uomo e, partendo dal senso, tendono a semplificare la realtà tramite astrazioni; gli idola specus (idoli della caverna) derivano dall'ambiente, dall'educazione, dalle letture ecc.; gli idola fori (idoli del mercato) sono causati dal linguaggio usato tra gli uomini; gli idola theatri (idoli del teatro) consistono nelle false teorie dei filosofi. 
La critica baconiana si scaglia anche contro la logica tradizionale, accusata di basarsi solo su dispute vuote e inutili sillogismi, mentre la vera logica deve poggiare sull'induzione, unico metodo per poter davvero interpretare la natura. Quest'induzione deve procedere per esclusione e, per poter essere realizzata, ha bisogno di tavole divise in tavole di presenza, di assenza e di comparazione. Da qui si passa alla prima vendemmia, cioè ad un'analisi ancora poco approfondita, ma che permette di giungere a delle osservazioni utili per i futuri assiomi. Tutto questo è reso possibile dall'uso di esperimenti, sia di quelli apportatori di luce, utili come punto di partenza, sia di quelli apportatori di frutti, che permettono all'uomo di poter agire sulla natura. 
Grazie al nuovo metodo si può giungere alla forma, cioè alla struttura interna dei corpi che determina le caratteristiche osservabili esternamente degli stessi. 

Il progetto di Bacone, partendo dalla distruzione della Scolastica e della tradizione magica, mira a costruire un metodo nuovo basato su una nuova logica con cui l'uomo può operare sulla natura, capacità che ha perso a causa del peccato originale. Nonostante il progetto sia troppo ambizioso e ricco di problemi e contraddizioni, il Nuovo organo è un'opera fondamentale per comprendere la scienza odierna. 

mercoledì 6 gennaio 2016

Il conte di Montecristo

Care amiche e cari amici, ogni tanto ricompaio! Chiedo scusa per la lunga assenza, ma è stato un periodo ricco di avvenimenti e di lunghe letture. 

Quest'oggi vorrei proporvi un'opera eccezionale,  Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas padre. 

Edmond Dantès torna da un viaggio in mare, passando per l'isola d'Elba dove ha ricevuto un importante messaggio per un bonapartista. Danglars, scrivano di bordo, scopre l'esistenza di questo biglietto mentre Edmond ne parla con l'armatore Morrel e, geloso della prossima promozione del collega, decide di rovinarlo. Dantès, ignaro di tutto, corre dal padre e dalla fidanzata Mercedes, alla quale chiede di sposarlo. Nel frattempo Danglars, insieme a Caderousse, incontra in un'osteria Fernand Mondego, giovane catalano innamorato di Mercedes e furioso per l'amore che la bella porta per il marinaio abbena sbarcato a Marsiglia. Danglars mette a punto la sua vendetta, scrivendo una denuncia contro Dantes e che Fernand porta a Villefort, il Sostituto Procuratore del Re. Scoprendo che la lettera è indirizzata a suo padre, acceso bonapartista, Villefort, per non compromettere la propria carriera, decide di far sparire Dantès imprigionandolo nel Castello d'If. Edmond è disperato perché incapace di comprendere le accuse a lui rivolte, ma il suo morale si risolleva grazie alla conoscenza del suo vicino di cella, l'abate Faria. Questi è un dotto italiano considerato pazzo, ma Edmond apprende da lui la filosofia, le lingue, l'astronomia, diventando un uomo colto. Prima di morire, Faria gli svela il luogo in cui è sepolto un antico tesoro e Edmond, dopo un'evasione spettacolare, ne viene in possesso. Da questo momento egli non è più il semplice marinaio di quattordici anni prima, ma un ricco ed erudito uomo: il conte di Montecristo. Il nuovo Edmond decide di sostituirsi alla Provvidenza, aiutando coloro che si sono prodigati per lui e punendo quelli che gli hanno rovinato la vita. 

Il conte di Montecristo è un romanzo incredibile: i colpi di scena si susseguono l'uno dopo l'altro e l'inventiva di Dumas non cade mai di tono. Nonostante la mole non indifferente, si rimane incollati alle sue pagine e ci si immedesima totalmente in Edmond, la cui psicologia è descritta in maniera efficace, anche se di sicuro questa non è un'opera di carattere psicologico. Qualche volta ci si imbatte, secondo me, in dialoghi troppo lunghi o in ripetizioni, ma questo non incide sul ritmo incalzante della scrittura. Sono sicura che leggendolo ve ne innamorerete!