Durante domeniche fredde e
grigie come quella di oggi, la lettura diventa un'ottima occupazione
per passare il tempo al calduccio. Quelli che vi propongo sono alcuni
racconti del grande Anton Čechov,
scritti accomunati dall'avere come protagoniste delle figure
femminili e che trattano la condizione della donna.
In La cuoca si “ammoglia”
il piccolo Griša
assiste ad un colloquio tra la bambinaia, la cuoca ed un vetturino;
inizialmente non capisce cosa sta succedendo, ma la giovane serva,
appena l'uomo se ne va, si sfoga con la padrona, affermando che non
sposerà mai quell'individuo che nemmeno conosce. La cuoca è però
costretta a cedere e lo sposalizio ha luogo: Griša,
nonostante la tenera età, si rende conto che quello che sta subendo
Pelageja è un sopruso e prova pietà nei suoi confronti.
Il
racconto della signorina N. N. inizia
con il ricordo di una giornata autunnale, in cui la protagonista
riceve la dichiarazione d'amore del giudice istruttore Pëtr
Sergeič:
ella è giovane, felice e soprattutto ricca e non pensa ad altro,
nonostante questa passione la inebri. Gli anni, però, passano in
fretta e del passato non rimane nulla, tranne il rimpianto di non
aver sposato Pëtr
a causa della differenza di classe e della loro incapacità di
superarla.
Donne
è
un racconto complesso, in cui un viaggiatore racconta ad un
albergatore ed alla sua famiglia il suo grande peccato. Matvèj
Savvič
aveva preso come amante Màšen'ka,
sua vicina di casa e già madre di Kuz'kà, mentre il marito era
sotto le armi. Quando a Matvèj si annuncia la possibilità di un
buon matrimonio, egli non esita a liberarsi dell'amante facendole la
morale. Il marito e Mašen'ka
faranno una brutta fine e Matvèj deciderà di prendere a carico il
piccolo orfano. Le donne della famiglia dell'albergatore, dopo aver
sentito il racconto fatto dal forestiero, riflettono sulla loro
condizione e soprattutto su ciò che viene definito peccato.
La
fidanzata è
il racconto più lungo della raccolta. Nadja vive in provincia, è
felice, ammira la mamma e la nonna e si sta per sposare. Come ogni
anno, ecco arrivare Saša
per il suo consueto soggiorno estivo nella tenuta; egli, pian piano,
riesce a far capire a Nadja che quella che sta facendo non è una
vera vita, che si sta mettendo in trappola da sé e che bisogna
lavorare per poter dare un senso alla propria esistenza. La giovane è
turbata da queste parole e inizia a rendersi conto che si è
sbagliata nel giudicare ciò che le sta attorno: sua madre, ad
esempio, non è la donna meravigliosa che credeva, ma è solo una
donna infelice e sola. Quando il fidanzato le fa visitare la loro
futura casa, Nadja è infastidita dal contatto di lui, ragazzo bello
ma inetto, e la vista di un quadro che rappresenta una donna nuda
accanto ad un vaso (donna come oggetto tra gli oggetti) la ripugna.
Grazie a Saša
(proiezione dell'autore), Nadja decide finalmente di prendere in mano
la propria vita.
In
La strega,
invece, viene criticato il pensiero di Savelij che crede la propria
moglie una strega, in quanto dotata di una forte personalità.
Camere
d'albergo e
La fortuna
d'esser donna sono
quadretti di grande ironia.
Questi
racconti sono spaccati lucidi e intelligenti di quella che era la
situazione femminile dell'epoca: convenienze sociali e religione
rendevano assolutamente impossibile l'autonomia delle donne, tanto
che Nadja, la protagonista de La
fidanzata,
per aver scelto di decidere da sola, viene molestata dai monelli per
la strada. Čechov
non dice mai tutto ciò che intende spiegare, ma lascia intuire al
lettore i suoi intenti descrivendo personaggi e ambienti con brevi
pennellate; non a caso, secondo lui, nella narrazione “la
concisione è sorella del talento”
e “più breve
è, più vale”.
E
ora, tè, copertina e racconti di Čechov!
;)